318 LIBRO XXIII, CAPO XXIII. • quel furore del quale questa cieca passione è composta, si cangia » in odio più fiero, in isdegno più intenso; e dal contrario affetto • ricevendo forza, forma come nell’ aria dalle qualità contrarie » I’ antiperistasi, il fulmine delle più violenti esecutioni, quando » particolarmente è orgoglioso 1’ animo dell’ amante et assuefatto » per lungo uso alle pronte e cieche ubbidienze altrui, come era • quello di Meemet. Per tanto fece conoscere anco nel suo amore » la sua barbarie, et un giorno rompendo gli argini della tollerata • dimora, vendicò le sue deluse brame con un colpo di sciabla col » proprio braccio, che gittò a terra il capo della vaga, e risarcì • col fuoco dell’ irascibile spento nel di lei sangue innocente 1’ in-» giurie della sua concupiscibile, della quale si smorzarono nel-» 1’ ¡stesso lago vermiglio le impure fiamme. • Questo avvenimento irritò vieppiù alla ferocia l’animo già ferocissimo dell’orgoglioso conquistatore; il quale perciò comandò il saccheggio dell’ isola eT uccisione di chiunque avesse compiuto i veni’ anni. Dietro al quale comando tirannico incominciarono a scorrere liberamente per ogni angolo del Negroponte la rapina. l’insolenza, la licenza, la fierezza, la morte. L’ ubbidienza agli ordini del sultano fu piucchè diligente, sul dubbio del pericolo, a cui poteva correre incontro chi non ne avesse adempito il comando. Perciò la strage universale di quegl’ infelici isolani offrì lo spettacolo funesto di una potenza tirannica. I cadaveri degli estinti, per prevenire 1’ infezione dell’aria, furono gettati in mare; e delle teste recise da tanti innocenti cadaveri formarono quei barbari una spaventosa catasta, quasi monumento del cieco loro furore, a cui gli avevano sacrificali. Mahomet lasciò un presidio numerosissimo in Negroponte a difesa della città e dell’ isola, e quindi parli coll’ esercito suo per la via di terra, nel mentre che la flotta veneziana andava errando oziosamente per le isole vicine. I veneziani giunti al promontorio di Mastico nell’ isola di Scio, scopersero la flotta turca, la quale carica di spoglie ritornava a Costantinopoli. Pensò allora il Canale