72 LIBRO XXI, CAPO XII. stato sconlilto : e la ricuperò. Assicurassi altresì il possesso della valle Camonica. E qui si noti, che il Laugier e il Darù , sconvolgendo i tempi, affastellarono insieme le imprese dei provveditori e quelle del nuovo comandante supremo. E nel mentre siffatte cose avvenivano in Lombardia , Pietro Loredan opponeva le sue galere, sulla riviera di Genova, contro la flotta nemica, la quale s’ era posta in mare per inoltrarsi nell’Adriatico ad attaccare i possedimenti della Repubblica. Ma questa flotta ingannò la vigilanza di lui e comparve tutto ad un tratto alla vista di Corfù. Si avvicinò alla città, vi sbarcò truppe e cannoni. La guarnigione veneziana, che vi stava a presidio, alla vista di siffatte disposizioni di guerra, uscì animosamente dalla città , assalì gli aggressori, ne fece grande macello, e li costrinse a fuggire in fretta verso le loro barche. Costoro nel fuggire saccheggiarono i borghi, che vi trovarono e vi appiccarono il fuoco. Ma intanto dalla città furono danneggiate col cannone le loro galere sì fattamente, che non poterono più servire a veruna impresa di guerra per tutta quella stagione, Dal canto suo il Loredan devastava la costiera di Genova: ma nell’altacco, che lo fece padrone del castello di Sestri , ricevette una grave ferita, che lo costrinse a ritornare a Venezia, per farsene governo. Gli soltentrò nel comando della flotta Silvestro Moro-sini, il quale, anziché occuparsi in combattimenti navali, si contentò di scorrere 1’Arcipelago sino a Costantinopoli, per assicurare lo stato delle colonie e per servire di scorta ai legni mercantili veneziani, che navigavano per quelle acque. CAPO XII. Trama ordita in Veuezia, scoperta e punita. Di una strana cospirazione macchinata in Venezia, verso il declinare di questo medesimo anno 1432, ci danno notizia, le antiche