ANNO U37. 101 » repubblica sulla conquistala terraferma d’Italia. Oltre che nelle • famose vertenze Ira 1’ imperio ed i veneziani al tempo della lega » di Cambrai, il vescovo di Gurk, ambasciatore dell’ imperatore • Massimiliano, il quale si sforzò innanzi al romano pontefice Giu-» lio li di stabilire i diritti del suo signore sulle città acquisiate dai • veneziani nel continente d’ Italia col dimostrare, che le medesi- • me prima della conquista erano feudi dell’ imperio, non avrebbe • certamente lacciuta 1’ investitura data al surriferito Marco Do-» nato dall’ imperator Sigismondo, la quale senza replica dimo-» slralo avrebbe il supremo e diretto dominio di Massimiliano: » ma egli appoggiò il suo discorso solamente sull’ imperiali inve- • slilure degli Scaligeri, de’ Carraresi ed altri signori. Osservo di ■ più, che il celebre Girolamo Donato, ambasciatore allora per la » repubblica appresso Giulio II, ricusò sempre di riconoscere il » dominio feudale di Massimiliano, allegando, che quelle citlà erano » siale conquistate in una guerra giusta dalla parie dei veneziani : » che se l’imperio voleva, che non si occupassero i suoi feudi, do- • veva fare in modo, che i suoi vassalli non provocassero i suoi » vicini, o farne loro egli slesso ragione ; che la negligenza del- • l’imperio nel castigare gli Scaligeri ed i Carraresi aveva fonda-» tamente fatto credere, che que’ signori prepolenti non avessero » superiore ; con cent’ altre efficaci ragioni. Ora io domando, seia » repubblica aveva dimandala ed ollenuta l’investitura feudale dal- • I’ imperator Sigismondo, come in queste controversie non fu dal • vescovo di Gurk prodotta ? e come il Donato, uomo accorto c » letterato, aggirar potè il suo discorso ad indebolire l’anlico feu-» dale diritto dell’ imperatore, se questo fu solennemente dalla re- • pubblica riconosciuto a’iempidi Sigismondo I? Tanto bastar dee, • a mio giudizio, per ¡sventare la sognala relazione dell’ anonimo • cronista. • Era mio dovere, per compiere le parti di storico ingenuo, il commemorar qui siffatta controversia, la quale a suo tempo avrà migliore sviluppo, quando la si tratterà di proposito.