130 LIBRO XXI, CAPO XXIX. » contadini tulli udendo il trarre delle bombarde dissero, che non » volevano più sostenere la pugna e voleano palli coi nemici e per-» misero ai provveditori di dover trattare patti per la salute delle » loro persone e della loro roba, e palleggiarono, che non avendo » soccorso fino a dì primo maggio darebbono la terra e che tulli i » nobili fossero liberi, salvo Andrea Mocenigo e Federigo Conla-» rini, i quali rimanessero per ostaggi, mentre che que’ di Caslel-» baldo e lutti i cittadini di Legnago siano liberati. » Tenne consulta il senato se si dovesse difendere, ovvero abbandonare questa fortezza, e fu deliberato di abbandonarla. Perciò, non essendo giunti sino al dì primo di maggio i soccorsi desiderati, i nemici se ne impadronirono: oltrepassarono però il convenuto : imperciocché, olire al Conlarini e al Mocenigo, il Piccinino volle trattenere prigionieri anche i due gentiluomini Dario Malipiero e Pietro Quirini. Ne portò la notizia a Venezia, il giorno 3 maggio, il castellano della rocca : ma il senato non ne fece conto, perciocché costoro erano siali la principale cagione della perdita di que’ castelli. In seguito, la repubblica perdè altresì la Torre Marchesana e la rocca di Castelbaldo ; e poco mancò, che non perdesse anche Montagnana, per colpa di alcuni villani, che volevano averne in mano le porte. Ma la truppa, che v’era, non volle acconsentirvi ; si azzuffarono quelli con questa; e di quelli furono tagliati a pezzi alquanti, e ne furono saccheggiale le case, finché poi vi ritornò la calma. Ma nel mentre cotesti danni soffrivano le armi veneziane da un lato, prosperavano dall' allro. Imperciocché lo Sforza, accresciuto il suo esercito di un migliaio di bresciani volontarii, si avvicinò alla riviera del lago di Garda, e s’impadronì di Salò e di altri luoghi, che spontaneamenle si resero alla repubblica. Poi, tra Son-cino ed Orzinovi, attaccò il Sanseverino, che sosteneva il comando dell' esercito in vece del Piccinino, passato allora nella Romagna, e lo sconfisse. E sconfisse altresì le truppe condotte da Borso figliuolo del marchese Nicolò d’ Este ; cosicché tutto a un tratto rimase padrone della campagna e di tutte le terre e i castelli del bergamasco