114 LIBRO XXI, CAPO XXVI. » dentale o sia d’Alberto II re de’ romani, succeduto in quell’anno a » Sigismondo, che mai però non venne, e dietro a questi, le sedie pro- * porzionate de’cardinali, arcivescovi, vescovi ed altri. A rincontro * del papa a sinistra era assiso in trono il monarca greco, a destra » di lui più umilmente il despota, a sinistra si vedeva la sede del pa-» triarca di Costantinopoli, che per cagion della podagra non com-» parve, e in seguito quelle degli altri greci. Lungo sarebbe il riferir » le altre minute particolarità, che resero sorprendente quello spetta-» colo. Nuli’ altro si fece allora di notabile che dichiarar concorde-» mente la legittimità ed universalità di quel concilio. Nel resto » per secondare i greci si dovettero differire a quattro mesi le al-» tre sessioni a fin di attendersi i lontani già invitati. » Nè ulteriormente ci fermeremo noi in questo argomento, che alquanto ci allontanò dal filo della nostra storia. Ad essa pertanto ritornisi. CAPO XXVI. Novello aspetto degli affari della guerra veneziana in Lombardia. L’ allontanamento del marchese di Mantova dal comando supremo dell’esercito della repubblica aveva stuzzicalo alquanto l’ambizione di Francesco Sforza, il quale aspirava ad essergli surrogato. Ma quando vide eletto a questa carica il narnese Galtamelala, se ne adontò così vivamente, che risolse di passare sotto le bandiere del Visconti, il quale per adescarlo vie meglio gli promise in isposasua figlia Bianca, unica erede degli stati suoi. Anche il marchese di Mantova, scioltosi dalla lega coi veneziani, era passato con cinquecento cavalli ad ingrossare l’esercito di Filippo, ed aveva ormai, di concerto col Piccinino, intrapreso militari fazioni per togliere ai veneziani Casalmaggiore. E dopo duro conflitto colla guarnigione, che difendevalo, vi riuscì. E in seguilo, cooperando alle loro mosse