8 LIBRO XXI, CAPO II. numero che per la forza delle galere. Nicolò da Perugia, capitano al servizio di Filippo in sostituzione al Tolentino, s’ accordò con Francesco Sforza e la fece discendere alla direzione di Cremona. Poi mandò al campo del Carmagnola una falsa spia ad avvertirlo, che le truppe milanesi avevano divisato di attaccare il suo campo nel momento, che le due flotte si fossero azzuffate. Le due vanguardie delle flotte s’incontrarono, si attaccarono, e i milanesi v’ebbero la peggio, perchè vi perdettero quattro barche. Nell’ indomani si aveva da rinnovare il combattimento, ed entrambi vi si disponevano. Il Carmagnola, per timore d’ essere sorpreso dai nemici, trasferì il suo campo nel confluente del Po e del piccolo fiume che passa per Cremona. Per le quali mosse imprudenti fatti più arditi i generali del Visconti, s’imbarcarono col fior della loro truppa e si avanzarono arditamente, tenendosi nel mezzo dell’alveo, lontani egualmente dalle due rive, acciocché non potesse arrivare ai veneziani verun soccorso dalla parte di terra. Il Trevisan andò loro incontro colle sue galere coraggiosamentet si combattè alquanto di tempo a cannone ; poi si venne a più vicino conflitto dai bordi delle barche. Nel quale conflitto, l’ineguaglianza della forza militare fece piegare la sorte a favore dei milanesi. Imperciocché il Trevisan non aveva che marinari e soldati di leggera armatura ; mentre i nemici opponevano a questi truppa armata da capo a piedi. Durò il combattimento, feroce, accanito, dalle ore ventidue sino ad un’ ora di notte : in sull’ alba fu rinnovato. Ma finalmente il comandante veneziano, vedendosi abbandonato dal Carmagnola, che avrebbe potuto colla sua cavalleria scorrere la riva del fiume ed imbarcarne alquanto d’infanteria sui legni, che avvertitamente gli si avvicinavano alla sponda; vedendo già perduta ogni cosa ed in procinto anch’ egli di perdere la sua nave e sé stesso, s’imbarcò in uno schifo e fuggì. L’ esempio suo imitarono altri de’ capitani ; sicché la flotta fu abbandonata in balia dei nemici. Tre sole barche poterono salvarsi colla fuga : vi perirono intorno a tre mila uomini, che per varie miglia tinsero del loro