250 LIBRO XXII, CAPO XVIII. cronologisti o storici vie» connotata particolarità veruna, che vaglia a sciogliere il quesito, come pure non rilevasi tampoco se la compassione piuttosto o il pensiero del decoro pubblico abbia fatto si, che ad esso lui si decretassero li solenni pubblici funerali. Tutto il più, che consta egli è, che dal governo fu mandato alla sua abitazione per ricevere il cadavere, a cui dar sepoltura con la consueta pubblica funebre pompa, ma che dalla dogaressa vedova Marina Nani, fu costantemente ricusato di consegnarlo, adducendo, che quello il quale non era stato riputato più degno d’esser vivo, molto meno Io doveva esser morto, e che avrebbe ben ella saputo dare pomposa sepoltura alla spoglia dell’ estinto suo sposo con la vendita di una porzione della propria sua dote, giacche far non Io poteva con li di lui averi, sparsi e profusi in servizio della sua patria. Ma essendosi insistito con la forza, le convenne cedere e rassegnarsi alla pubblica volontà. La cosa viene anche asserita con poca diversità dall’ Egnazio nel lib. VI, cap. VII. Ricevuto il cadavere^ed ornato delle ducali insegne, fu trasferito nel foro pubblico ed esposto nella sala detta del Piovego, giusto all' ordinario costume, dove a pubbliche spese furono ordinate le sepolcrali solenni esequie per la di lui tumulazione destinata ed eseguila, come si è detto nella chiesa di sanla Maria Gloriosa dei minori conventuali, detta dei Frari, alla quale con unico esempio fu accompagnato dal nuovo doge Pasqual Malipiero, in semplice senatoria veste (se creder deesi al Palazzi, e senza veruna delle ducali insegne, poiché essendo quelle indossate all’estinto principe sul catafalco, non dovevano comparire anche nell’ altro, non rappresentandosi che un capo solo in repubblica, alla di cui presenza e del senato astante, fu per pubblica commisssone recitala da Bernardo Giustinian, figlio di Leonardo procurator e nipote del santo patriarca di Venezia, la panegirica funebre orazione, da esso lui elegantemente ragionala cosi sopra le illustri azioni del defunto doge, come altresì sopra la imprese della repubblica, condotte a fine durante il benemerito di lui principato. E perchè in perpetuo