anno 1457. 21 b l’anno 1458, Francesco Gonzaga duca di Mantova, comandante delle squadre venete e persistendo ancora in quei tempi l’importantissima guerra tra Filippo Visconti duca di Milano ed i veneziani, fu deliberato nel senato, e ciò per consiglio di Gattamelala, allora capitan generale dell’esercito, di creare un provveditor del-1’ annata in Po ; sperando per quella parte non pur di giovar agli stali, che lungo la riva deJ fiume possedevano, ma eziandio di gagliardamente frenar 1’ impelo di tanto nemico. Era poco prima ritornato in patria, come si è dello, Pietro Loredan, quale per le lante vittorie riportate sopra nemici per terra e per mare, avevasi somma riputazione acquistato ed autorità presso T universale in modo, che alcun altro mai privato gentiluomo per valorose sue operazioni meritato avesse di possedere. Fu nel suo ritorno con tanta alle grezza e fasto dalla sua patria ricevuto et abbracciato, che rare volle occorre, clic in una città libera fosse ricevuto un suo privalo cittadino con tanto concorso di popolo, con tanta dimostrazione di benevolenza, con quanta egli fu accollo ed incontralo, onde universalmente da tutti Padre della patria e benefattor del popolo fu salutato. La qual cosa fu cagione di dar materia a molti di parlare, e massime ai grandi, che di mal animo soffrivano la sua grandezza, poiché questo é comun vizio delle repubbliche e cillà libere, che la invidia sia sempre compagna indivisibile della gloria, c eli’ella, non sia mai superata se non se dalla moj^e, ed il volgo volonlieri ascolta e dice male di coloro, per il cui mezzo ascende a qualche fortuna, quali poi estinti o mancati piange e desidera. Tultavolla malgrado 1’ invidia, suscitatagli conlro, dei grandi, facendo d’ uopo la difficile impresa di un uomo sperimentato nelle, anni, con T universale consenso di tulli li senatori, fu eletto Piero Loredan provvedilor dell’armata in Po, quale benché vecchio e stanco per le continue fatiche e vigilie per la sua patria sostenute e sofferte ( conciossiaché per 20 anni che guerreggiò quella Signoria per mare e per terra, sempre in tulli questi maneggi si. Prevalse della sua persona e del di lui consiglio) ancorché avesse