8^1 LIBRO XXI, CAPO xVl, . • concilio : vi mandò invéce i suoi legati. Erano eglino il vescovo di Taranto e il vescovo di Cornelo, i quali passarono per Venezia.-Vi giunsero il dì 16 gennaro lk3U, e vi furono accolti cogli onori dovuti al gra*k> loro. Ma in seguito, volgendo alla peggio gli affari di quel concilio, il papa s’era rifugiato in Firenze, donde in poche ore ne fu mandato subito avviso a Venezia. La signoria allora gli deputò due ambasciatori, Silvestro M^rosini ed Andrea Mocenigo. Ed appena in Bologna si seppe, essersi ricoverato il pontefice in Firenze, il popolo si levò a rumore, gridando : Viva il popolo e*le arti, e fu arrestato l’ambasciatore veneziano Paolo Tron, e con esso quanti v’ erano del suo seguito. Tutto ciò, dice il Sanudo, avveniva per opera e maneggio di Filippo Visconti duca di Milano. • Ma, pervenutane notizia a Venezia, il governo fece imprigionare quanti bolognesi vi si trovarono in città e ne sequestrò gli averi. Questa misura di rappresaglia produsse ben facilmente la liberazione del Tron, il quale si recò tosto a Firenze, donde ritornò poscia a Venezia. Tutti questi avvenimenti meritano particolare sviluppo. CAPO XVl, Il duca di Milano si mette in guerra col papa : i veneziani e i fiorentini si uniscono a difesa di questo. Gli affari dell’Italia andavano pigliando una piega assai perniciosa, dacché T imperatore Sigismondo, ricevuta a grande stento dal papa e sotto gravissime condizioni la corona imperiale, aveva cangialo verso il Visconti i sentimenti di propensione, che aveva mostrato al suo primo ingresso in Italia, ed crasi stretto invece in amicizia coi veneziani. Nel tempo stesso, i fiorentini erano tra loro lacerali dai due partiti degli Strozzi e de’ Medici ; quelli avevano ottenuto la superiorità su di questi e gli avevano pcreiò sbanditi da Firenze: Lorenzo de’Medici era stato esiliato a Pisa, Cosimo aveva scelto a suo ritiro Venezia. Eugenio IV, colla sua propensione ai