anno 1482. 447 » tentalo di staccarla da quel luogo, s’ affaticarono inutilmente, • perchè s’ era spezzata a traverso, come anche oggidì si vede, » anziché spiccarsi da quel macigno. Si rallegrarono a tale notizia » i due Coniarmi, e bramosi di accertarsi del fatto, si determina-» rono di passare al divisato luogo, ove non solamente ritrovarono » la divota immagine, ma si videro d'opportuna occasione provve-» duti per farne il trasporto. In fatti non indi lungi s’incontrarono » in un carro tirato da buoi e guidato da due bellissimi giovani, i » quali tratto avendo con facilità il divoto simulacro dalla rupe, lo • condussero al mare ed indi caricandolo sulla nave de’ Contarini » disparvero. Arricchiti di sì prezioso tesoro i due religiosi patrizi, » mentre con propizio vento navigavano verso la patria, delibera-» rono d’ offrire la mirabil immagine alla chiesa de’ santi Apostoli » loro parrocchia. Ma un’ improvvisa procella replicatamente se-» guila fece loro per ben tre volte cangiar pensiere, obbligandosi » con voto dJ offrirla a quella chiesa che fosse del divino volere. » Cessò tosto la burrasca; onde pervenuti alla patria credettero di » ricercar il divin comando e beneplacito collocando la sacra im-» magine in una barchetta senza remi, nè remiganti, perchè la » divina disposizione la dirigesse. Condotta adunque da superiore » direzione venne la barchetta a diritto cammino alla riva del mo-» nastero di santa Maria della Celestia, dove dalle monache, accor-» se alla novità del miracolo, fu accolta con venerazione eguale alla » lor allegrezza. Nel seguente giorno 2 agosto fu dal vescovo di » Castello, coll’ accompagnamento del clero e coll’ intervenlo del » doge Andrea Coniarmi e del senato, collocata alla pubblica vene-» razione sopra un altare del delto tempio. » Il quale racconto ho voluto portare colle parole stesse del dotto storico, acciocché nc sia egli mallevadore ; tanto più, eh’ egli attesta di averlo estratto dalla narrazione storica del fatto, la quale si leggeva esposta a Iato dell’ altare, su cui stava collocato il simulacro medesimo. Nello stesso anno 1372, rinnovandosi 1’ altare maggiore, tiella chiesa di san Paterniano, vi furono trovati sette corpi di santi, uno