Atoro 1447. 155 Consiglio, e gli fu donato in feudo il castello di Campo San Piero, nel territorio padovano. Allo Sforza invece fu tolto Io stipendio, che aveva sempre continuato a godere, di capitano generale dell’ esercito della repubblica ; e la casa in Venezia, ch’eragli stala donala dal governo, fu convertita per decreto del senato in un pubblico granaro. L’agente di lui, Angelo Simonella, che riputavasi complice od almeno consapevole della fellonia del suo padrone, fu arrestalo e posto nelle carceri criminali. CAPO V. I veneziani continuano la guerra nella Lombardia. Ai vantaggi ottenuti dal generale Michele sopra le armi del duca di Milano, altri se ne aggiunsero per lo valore, con cui proseguirono le nostre genti la guerra. Nel cadere del febbraro 1447 era morto il papa Eugenio IV, e pochi giorni appresso gli era slato sostituito, dopo gravi tumulti in Roma tra i Colonnesi e gli Orsini, il cardinale Tommaso da Sarzana, che aveva assunto il nome di Nicolò V. A lui, secondo l’usanza, aveva mandato la repubblica nostra quattro ambasciatori a compiere il rispettoso uffizio delle solite congratulazioni : a tale incarico erano stati scelti Alvise Loredano, Alvise Veniero, Pasquale Malipiero e Zaccaria Trevisano. Tutta la Italia intanto teneva fissi gli sguardi sul novello pontefice, per ¡scoprirne le intenzioni : ma egli, istigato dalle premure del re Alfonso di Napoli e temendo il soverchio ingrandimento della potenza dei veneziani, entrò nelle massime del suo predecessore e strinse alleanza col duca di Milano. Gli spedì quindi secretamente un rinforzo di due mila cavalli e di mille fanti, i quali, malgrado le precauzioni e la vigilanza della repubblica di Venezia e del marchese di Ferrara, penetrarono senza difficoltà nel territorio milanese. Alle paterne sollecitudini del senato per mantenere il decoro delle pubbliche armi e per provvedere alla sicurezza degli alleati