ANNO 1431. 21 » fuori ne pigliasse ombra ; eppure trecento erano i senatori con-» corsi. • E sarebbe forse difetto, perche si tratta della repubblica di Venezia, questa rigorosissima secretezza negli affari di stato ?... * Intanto, che queste indagini si facevano sul suo conto, non esitò il governo a valersi del Carmagnola nella irruzione degli ungheresi in Friuli, siccome ho narrato poco addietro (1), nella quale si mostrò più pronto e coraggioso di quello che non apparisse in Lombardia. Ed era questa misura altresì un commendevole effetto della moderazione e della saviezza della repubblica, di non voler, cioè, compromettere nè macchiare la riputazione di un generale, che non era stato per anco dichiarato giuridicamente colpevole, e di lasciarlo perciò nel suo impiego, finché non si avessero avute in mano le prove della sospettata reità. Ma poi conosciutala, si preferì un modo tacito e silenzioso di averlo nelle mani in Venezia; piuttoslochè ordinarne ai provveditori di campo od ai rettori delle città e dei luoghi della Lombardia, eh’ erano in potere della repubblica, un arresto clamoroso, il quale forse avrebbe avuto gravi e pericolose conseguenze : si preferì di farlo venire ad arte spontaneamente a Venezia ; ma con tali precauzioni, che, ove se ne fosse rifiutato, gl’ incaricati a persuádemelo avessero dovuto metter mano alla forza. La quale clausola di comando, conosciuta e ricordata anche dal Cibrario, esclude affatto ed anzi fa contro 1’ osservazione del Cibrario stesso, il quale disse, essersi trovato il senato alla necessità di dover ricorrere agli inganni, non volendo lasciar fuggire il Carmagnola, « per timore di veder poscia tra le » schiere Viscontee un sì potente nemico, ed essendo cosa di gran » gelosia por le mani addosso a tant’ uomo, mentre si trovava alla » testa del suo esercito. » Ed a questa contraddizione, in cui cadde il Cibrario, ne aggiungerò un’altra di lui medesimo: se i veneziani avevano a temere di veder tra le schiere Viscontee il Carmagnola ; come se ne potrà dunque negare una secreta intelligenza, una (i) Ved. netta pag. n.