ANNO 1446. 147 fu grande difficoltà ad ottenere il desiderato cambiamento, nè lo si ottenne sì tosto: fu d’ uopo anzi ubbidire e continuare il viaggio sino a ¡Napoli di Romania. Finalmente a’ 28 novembre dell’ anno seguente, per le molte istanze del doge fu radunato il consiglio dei dieci e fu decretato, che si recasse invece a Treviso, senza però che fossero minimamente alterate le altre clausole della condanna. Così entrambi, padre e figlio, rimasero soddisfatti e contenti: il padre per aver dato solenne esempio di fermezza e di attaccamento alle leggi; il figlio per essere tuttavia rimasto non di troppa lontananza disgiunto dalla patria e dai consanguinei. Luminoso esempio dell’ imparzialità del governo veneziano nel punire le colpe di chicchessia: onorevole attestato dell’amore che nutrivano per la patria quei magnanimi e disinteressati repubblicani. Dell’ amor patrio del Foscari e della forza poderosissima della voce di esso nel cuore di lui, dovrò parlare più lardi. CAPO III. Affari deli Italia e loro relazioni cogl’ interessi dei differenti principati. Dopo la pace conchiusa tra i veneziani e il duca di Milano, gl’ intrighi secreti della gelosia e dell’ ambizione andarono serpeggiando per le varie provincie dell’ Italia, e suscitarono particolari progetti or nell’ uno or nell’ altro dei principi, a fine di tutelare i rispettivi interessi contro la potenza degli altrui stati, che riputavan-si di maggiore influenza nella politica generale della penisola. Primario scopo di siffatte mene fu la repubblica di Venezia, la cui forza, collegata ad altri principi forti e potenti, faceva temere ai deboli ed assai circoscritti dominii. Dei quali avvenimenti m’è d’ uopo assumere il filo dal suo principio. La repubblica nostra, per conservare purgata dalle scorrerie de’ pirati la navigazione ed assicurare il nazionale commercio, e