ANNO 1438. 123 altro che corpi morti e di quelli che ancora non avevano compiuto di morire, senza que’ eh’ erano feriti e portati via. • Questa battaglia durò continuamente dall’ ora di terza fino a ore 23. Nella quale si stava. E così ebbimo per certo per que’ di fuora, eh’ ebbimo presi, che ne morirono più di 400. e feriti • molti, i quali poi di giorno in giorno vanno migliorando per la maggior parte. De’ nostri ancora in quella battaglia furono morti alcuni e feriti assai, de’ quali per la Dio grazia la maggior parte sono liberi, perchè noi stavamo coperti a’ripari e bene armali. Onde avendo veduto il magnifico marchese Taddeo e questi nostri contestabili, che questo popolo era di sì buon animo e che virilmente combaltea, deliberarono il dì seguente di uscir fuora e d’ assaltare il campo. E così fatta deliberazione, uscirono dalla porta di sant’ Alessandro sin sul prato del vescovo, dove alloggiava Luigi da San Severino colla maggior parte del campo, dove fu bellissima scaramuccia e furono scacciati i nimici fuora dal detto prato, e molti presi e morti. Vedendo questo Nicolò Piccinino, eli’ era a san Floriano, con alcuni famigli a piè e a cavallo, venne attorno la detta scaramuccia. Ed essendo conosciuti pe’ nostri, che stavano a Torre lunga, uscirono fuora e ributtaronlo indietro per modo che avendo seguito i nostri tutto il suo campo, era in rotta e voleva fuggire, perchè v’erano tanti feriti e morti, che non aveano potuto resistere. Ma i nostri dubitando, che non volessero allontanarsi dalla Terra, tornarono indietro con alcuni prigioni. Furono similmente morti alcuni de’ nostri e presi tre contestabili, che vollero troppo seguire e non furono ajutati dai nostri. Finita questa battaglia, s’ attese da alcuni a seppellire i morti, eh’ erano in qua e in là per le fosse. E da capo i nemici mutarono le bombarde e continue dì e notte bombardarono con grande sollecitudine, per modo che in pochi giorni tulle le mura di Canton Monbello fino a san Pietro quasi andarono in rovina per terra. E attorno le fosse etiam fecero alcune bastie appresso le mura, che soverchiavano i nostri ripari. Sulle quali bastie