392 LIBRO XXIV, CAPO XXXV, Nè riuscì inefficace la sua risoluzione : ebbe anzi migliore effetto, che non si fosse potuto aspettare. Egli fu accolto favorevolmente dal re Ferdinando, ed ottenne la pace, a condizione soltanto, che le cose della Toscana fossero rimesse nello stato, in cui si trovavano avanti la guerra. Si riconciliò anche col papa, a cui diresse ossequiosa ambasciala a confessarsi colpevole del fatlo, a chiedergliene perdono ed a riceverne 1’ assoluzione. In conseguenza di questa doppia riconciliazione fu stabilita una lega offensiva e difensiva tra il papa, il re di Napoli, il duca di Milano, i fiorentini, e i genovesi; questi ricuperarono in tale occasione la loro primitiva libertà, sciolti da ogni sudditanza del duca di Milano. Soggetto primario di questa lega parea, che fosse la guerra contro i turchi, i quali minacciavano 1’ isola di Rodi. CAPO XXXV. I veneziani fanno lega col papa. Ma dalla lega suindicata rimaneva esclusa la repubblica di Venezia: Io che dava luogo a sospettare, esserne stato il vero scopo, volere il re Ferdinando unite insieme tante forze, per opporre ad essa una considerevole e poderosa resistenza. La repubblica cercò di supplirvi collo stringersi invece in alleanza con principi stranieri all’ Italia. Trattò con Renalo di Lorena, pronipote per parte di madre, di Renato d’Angiò. Questo principe desiderava di far rivivere la pretensione dell’ avo suo alla corona di Napoli : accolse perciò di buon animo la propensione dei veneziani alla sua amicizia. Spedì da prima un ambasciatore ; poi venne egli stesso a Venezia. Furono deputati a conferire con lui un consigliere del consiglio minore, un savio grande ed un savio di Terraferma. Si trattò del modo di regolare e della misura di ricompensare le truppe, eh’ egli d’ oltremente doveva spedire. A lui fu affidata la carica