anno 1482. 407 quindi istituita una nuova congregazione, alla quale prescrisse leggi ed impose Costruzioni, in qualità di delegato apostolico, Angelo Barbarigo, vescovo allora di Chissamo e poi cardinale. EgH pertanto convocata dinanzi a sé, il giorno 50 ottobre 1404, la novella famiglia, e dichiaratine tutti gl’ individui canonici della chiesa collegiata di san Giorgio in Alga, assegnò loro a sostentamento due terzi delle rendile dell’ antico monastero, riservandone 1’ altro terzo a conveniente mantenimento del priore commendatario. Questa nuova congregazione fu confermata dal papa Gregorio XII, con apposita bolla del giorno 17 gennaro 1407, e poco dopo decorò quei canonici dell’ uso dell’ abito violaceo. Di qua si diramarono in seguito le loro regole anche ad altre congregazioni, sull’esempio loro pianiate in Padova, in Verona, in Brescia ed altrove. Una riforma profittevole ottenne intorno a questo medesimo tempo, anzi in questo medesimo anno, il monastero poco addietro fondato nei!’ isola di sant’ Elena. Ivi per le rovine, a cui n’ era ridotta la fabbrica, era rimasto il solo priore, che ne consumava tulle affatto le rendite. Perciò il pontefice Gregorio XII, informato della deplorabile condizione di esso, comandò, con sua bolla dei 21 settembre 1407, che il monastero fosse consegnalo alla congregazione de’ monaci oliveXani. Questi, addi 25 ottobre seguente, ne presero solennemente possesso, protetti e sostenuti da particolare decreto del Maggior Consiglio, il quale, tra le altre discipline prescrisse, chc i priori di mano in mano da eleggersi, ne ricevessero la temporale investitura dalle mani del doge, unico e perpetuo patrono del monastero medesimo. Anche i monaci dell’ isola di santo Spirito avevano bisogno di radicale riforma : imperciocché, introdottasi anche tra loro la corruzione, in sul principio dello stesso secolo XV, n’ era rimasto il solo priore, vecchio e iguorante, e che per la sua dabbenaggine mandava iu rovina sempre più le rendite del monastero. D’altronde, il senato, che voleva assegnare un’ opportuna abitazione ai monaci cisierciesi della santissima Trinità di Brondolo, il cui