anno 1457. 225 Tanto appunto intraprese poco tempo dopo Giacopo Loredan, quale nell’anno 1454 eletto, benché assai giovine, in grazia dei grandissimi e recenti meriti del padre e del zio, alla dignità del C. X., eh’ è una delle maggiori, che conceder possa la patria ai suoi cittadini, meditò di cogliere tale opportunità per appagare il soverchio appetito suo di vendetta. Essendo quindi sortito fra il triumvirato dei capi, e vedendo che il doge per la grave età sua più non si poteva esercitare negli officii sommi dell’ onorevaie posto, ma che nemmeno intervenir poteva nei pubblici negozj del principato, colse da ciò il pretesto, che infiniti disordini per tale mancanza allo stalo ne risultassero, cominciando primieramente a querelarsi con li colleghi della continua absenza del doge dai consigli e dal senato, diceva, che da ciò provenivano le lentezze, proroghe e dilazioni nel trattar i pubblici affari, con sommo pregiudizio e danno della repubblica. Come poi le fraudolenti lamen-lanze del Loredan furono udite dalli di lui colleglli capi, quali erano in quel mese ser Gerolamo Barbarigo e ser Gerolamo Donà, divennero egualmente anch’ essi nello stesso di lui parere, ma non sapevano perciò qual rimedio opporre al disordine. Quindi il Loredan fatto vieppiù ardito e baldanzoso dall’ assenso prestato dai colleghi alla riconoscenza e confessione del male meditò, che per , comun benefizio proponer si dovesse una Parte al C. X. con cui fosse lolla a Francesco Foscari la ducal dignità e divenir si dovesse immediate alla elezione di un nuovo doge, tanlo più sapendo, che la lunghezza del governo, che sorpassò oltre li 34 anni, gli aveva nell’universal partorita una tal sazietà, di maniera che sembrava, elie ciascun altro più non desiderasse. Afferrata adunque da ciò 1 occasione, cominciò con li suoi colleghi il pensiero, e confortandoli ad esser costanti con esso lui per cosi buona opera, mostrò la cagione che lo moveva, ed avendoli trovati prontissimi, formarono l,'a di loro questa gran deliberazione. Ma perchè la gravità della materia e I’ affare sopra ogni altro •mportanle esigeva un maggior numero di giudici, e per togliere voi,, vi. 29