362 ' LIBRO XXIV, CAPO XIX. non porgesse occasione di sospetto o di lagnanza ai veneziani, coi quali non voleva rompere 1’ apparente concordia, scrisse loro, essere stati quelli spediti colà da don Alfonso, senza saputa sua. Ma i veneziani non furono così facili a credergli. Antonio Loredan ebbe ordine anzi di recarsi sollecitamente a Nicosia, di prendere i bastardi del re Jacopo e di mandarli sotto buona custodia a Venezia. Questo rapimento, clic doveva rompere le misure del re Ferdinando e rovesciarne le speranze concepite di un nuovo regno, fu eseguito con tutta la possibile diligenza. 11 Loredan, giunto a Nicosia, seppe, che i bastardi di Jacopo, i quali erano tre, si trovavano presso la concubina del re Giovanni, madre di Jacopo, perciocché ad essa avevali raccomandati Jacopo stesso morendo. Né 1’ arrivo di quella flotta poteva spargere verun timore di sollevazioni, perché le forze di essa avrebbero anche potuto facilmente sedarle. Il generalissimo veneziano fece venire a sé la donna e i fanciulli, ed imbarcatili su di una galera, li spedì fedelmente a Venezia, come eragli stalo ordinato. Così terminò anche questa volta il minacciato tumulto, e la vedova Caterina potè godere per qualche tratto ancora la calma sul trono del suo figliuolo. Più innanzi poi dovrò narrare, come di questo regno diventassero padroni i veneziani. CAPO XIX. Assassìnio del duca di Milano. Appartiene a questa età lo scoppio inaspettato di feroce congiura in Milano contro il duca Galeazzo Sforza, le cui relazioni di alleanza colla repubblica nostra ne rendevano di qualche interessamento per lei le vicende. Questo principe,, fornito bensì di alcune buone qualità, era d’ altronde infetto dei più orribili vizii. Era intelligente ed applicato agli affari, amava il buon ordine e studia-vasidi mantenerlo, non aveva la debolezza di cedere alle suggestioni