26^1 LIBRO XXIII, CAPO VI. truppe da quella città. Costui se ne rifiutò. Per lo che il Loredan spedi prontamente un brigantino a Venezia, per dare notizia dell’avvenimento al senato e per chiedergli licenza di assoldare truppe colà in Morea, e di recarsi con esse ad affrontare l’isola di Metelino posseduta dai turchi. Dopo molte discussioni, il senato acconsentì al progetto: ma perchè I’ insulto fosse meglio vendicalo, decretò che ivi appunto se ne incominciasse l’impresa, e che la si proseguisse collo scacciare i turchi da tutta l’isola di Morea. Da Venezia fu mandato un grosso numero di truppe da sbarco, acciocché aumentassero considerevolmente 1’ esercito di ventimila uomini, che il Loredano aveva assoldati colà ; e di questi come di quelle fu raccomandato il comando a Berloldo d’Este. Le truppe vi furono trasportate su ventitré navi scortate da cinque galeaccie, le quali rimasero a poderoso rinforzo della flotla. Lo sbarco vi fu eseguito, senza che i turchi fecessero la più piccola opposizione: la città di Argo fu assalita, superala, ricuperata. Alquanto più di resistenza vi fece la cittadella ; ma questa similmente fu costretta a cedere. Fatti con prosperità questi primi passi, il generale in capo volse i suoi pensieri alla conquista di Corinto, dalia cui felice riuscita avrebbe dovuto dipendere il buon esito del principale progetto su tutta 1’ isola. La città sorgeva presso all’ istmo, che ne unisce la penisola al continente. Ambe le armale veneziane, e di terra e di mare, vi si recarono a stringerla di assedio. Ma il tradimento di un nobile veneziano rovesciò il progetto con tanta alacrità d’animo incominciato. Gerolamo Valeresso, già consigliere in Corone, avevaio proposto, fingendo di avere secreti accordi nella piazza, i quali ne avrebbero facilitalo 1’ esito. Perciò i veneziani diedero ripetutamente l’assalto alla città, ma sempre indarno. Anzi il pascià di Morea, che vi si trovava alla difesa, presentò battaglia agli assedialori. Bertoldo d’ Esle, confidando nelle promesse intelligenze del Valeresso, accellolla : si combattè animosamente dall'ima e dall’altra parte; ma la vittoria ne rimase indecisa. Si seppe