156 LIBRO XXII, CAPO V. ed amici della repubblica, s’aggiunse, doloroso motivo di attività e vigilanza, la peste che assalì ferocemente Venezia. Narrano i cronisti, che nell’ occasione di questa peste si facevano processioni divole d’intorno alle chiese, si cantavano messe sugli altari eretti nelle pubbliche vie, e la notte s’accendevano da per tutto frequenti fuochi con varii odori e profumi per purgar I’ aria dalle infezioni morbose. S’era stabilito un lazzaretto, due miglia fuori della città, per portarvi gli appestati: nè questo bastando, se n’ era fallo un altro dalla parie di sant’Erasmo. Sei barche, una per ciascun sestiere, tenevansi sempre in pronto per condurvi gl’infetti e portare i morti alla sepoltura. Per questa guisa, il governo, resistendo con incredibile intrepidezza alle sciagure moltiplici dello stato, suppliva nel tempo stesso e alla voracità della guerra ed ai bisogni dell’ interna salute; sussidiato largamente dalla genorosità dei cittadini, i quali, preferendo i pubblici ai privali bisogni, accorrevano con volontarie offerte a sollevare le angustie eie necessità della patria, Per siffatti soccorsi potè la repubblica rinforzare di quattrocento arcieri il presidio di Ravenna, munire con grossi corpi di truppe le frontiere del territorio padovano; mandare numerose soldatesche ad ingrandire l’esercito suo nella Lombardia, accogliere sotto la sua protezione e stringere alla sua alleanza la città di Ancona, che aveva inalberato il vessillo dì san Marco. Ma intanto il suolo milanese, divenuto il teatro della guerra, somministrava ampia materia egualmente ai discorsi dei popoli, come ai timori e alle speranze dei principi. La condizione infatti delle cose avrebbe potuto allora aprire la strada ad un sollecito sviluppo di avvenimenti importanti, se la morte del duca Filippo Maria Visconti non avesse fatto mutare tutto in un punto la faccia alle cose. Egli morì senza legittimo erede ; e quindi il suo stato si trovò invaso ben tosto dalle armi straniere, perciocché le città discordi tra loro, nè sapendo a chi fossero o dovessero andar sottoposte, si appigliarono ciascuna al partito, che appariva o più confacente ai proprii interessi, ovvero meglio adattato alla relativa parzialità