anno 1457, 227 * dolorem fraternum in co verosimilius crai, laclarunl, ut mu- • lesceret; » le quali cose, se vere fossero (poiché appoggiale non sono sopra verun probabile fondamento) poco credilo ridonderebbero al nome di tale soggetto, il quale per verità quanto sarebbe stato più glorioso nel suo silenzio riguardo al giuramento ed alla patria legge, che a quello lo stringeva, altrettanto poi obbrobrioso e disonorevole, se alla sua ambizione sacrificato avesse I’ interesse del benemerito fratello principe e della sua famiglia. Ma qualunque sia l’asserzione dell’ Egnazio e degli altri scrittori intorno a ciò, io tengo per cosa costante e certa, che in verun modo non sia stato annoverato Marco Foscari procurator tra li 25 della zonta, i di cui nomi si trovano registrali in calce della parte stessa colla quale fu decretata essa zonta, che dopo la morte del doge, sciolto il sigillo del giuramento fu divulgata, ed é quella medesima la quale li so-prariferiti capi, dato primieramente il giuramento di silenzio, presentarono al C. X., acciò dalla maturità di esso esaminala e ponderata fosse. Prima però, che fosse proposta la materia al C. X. presesi in consultazione, se Lorenzo Contarmi uno delli X, la di cui figlia era maritata in ser Giacopo Foscari figlio del doge e con il quale generalo avea più figliuoli, se poteva dico rimaner nello slesso consiglio, mentre trattato si fosse del desiino del doge, dipendendo da quello anche la sorte dei suoi nipoti e fu deciso d’ accordo, che così esso ser Lorenzo Contarini, come altresì ser David Contarini consiglier in allora, avessero a cacciarsi per quella sola occasione dal C. X. Ora dar si può benissimo, che per motivo di esser cacciati traspirata non si fosse la materia, sieno questi stati rinserrati nella camera a parte, insino a tanto che sia stala del tutto consumata la materia slessa. Frattanto i capi proposero la seguente Parie per formazione della Zonla.