111 dica de’ trovati, stimò degna di lode la invenzione, che fu ad essa sottoposta dal sig. Gioachino d’ Ancona, negoziante qui domiciliato, e la coronò del premio della medaglia d’ argento. In ciò fare ella adoperò con la più stretta giustizia; imperciocché a tenore delle proprie in-struzioni ella esamina soltanto il pregio e 1’ utilità dei lavori, premia chi si presenta e n’ é degno, né può scendere per guisa veruna nel secreto dei laboratoi a far ragione del mio e del tuo e ad investigarne il vero inventore. Ciò non esclude per altro il diritto ch’altri non si ritolga il proprio, il che appunto intendo ora di fare annunziando pubblicamente nell’assenza del padre mio, che la invenzione dal sig. Gioachino di Ancona spacciata per sua, appai tiene come prima idea e come trovato unicamente a mio padre, Luigi Locatelli, nome non oscuro all’Italia, a cui egli potè copiare il pensiero nelle molte visite che veniva tratto tratto facendogli, prima della sua partenza, affine d’indurlo a metter seco in pratica il nuovo metodo di trattura della seta da esso mio padre ideato, e di cui il medesimo intendeva di trarre ben altro onore che di lai società. La forma del fornello, del va e vieni con que’ lunghi pironi, come egli chiainavali, i roc-elicili, il modo in ¡specie veramente unico e singolare d’ avvolgere i fili intorno all’ aspo con