anno 1482. , 413 E sebbene a ciò si opponessero le monache francescane ili santa Chiara, dimoranti colà d appresso, tuttavolla le nuove suore vi riuscirono nel 1540, ed assunsero la regola e l’abito di sanl’Agostino : sotto il qual anno a’ 17 di agosto si trova ima legge del maggior Consiglio, per cui ricevevasi • in pubblica protezione il monastero di • sant’Andrea di Girada dell’ ordine di sant' Agostino, cosicché il » doge ed i suoi successori dovessero avere su di esso il medesimo » giuspalronalo come nel monastero di santa Maria delle Vergini. » Dopo le quali formalità civili, aggiunse le sue anche l’autorità ecclesiastica, decretando, addì 5 settembre successivo, il vescovo TNicolò Morosini, che cotesto monastero fosse esente in perpetuo dalla giurisdizione dei vescovi di Castello, tranne che in attestato di ri-conoscenza e di ossequio presentasse al vescovo, ogni anno, nel giorno della festa del santo apostolo, una libbra di scelto incenso. La chiesa appartenente al monastero era stata rizzala a spese della famiglia Ronzio; ma, ridotta nel 1475 a grave deperimento, ne decretò, il senato, addì 11 agosto, il rislauro, e vi assegnò la somma di mille ducati. Rifabbricala, la consacrò il veneziano Giulio Brochettr, arcivescovo di Corinto. Venlinove anni dopo la fondazione di questo, sorse il convento di san Gerolamo, similmente perché vi abitassero suore agostiniane. Ne furono istitutrici le due monache Gerolama Lero e Bcrnar-da Dolio del monastero degli Angeli di Murano, alle quali si unì Caterina, abitatrice di una cella di recluse a sant’ Angelo. Queste nella primitiva loro fondazione avevano piantalo la nuova famiglia in Treviso, l’anno 1540, donde a cagione delle guerre avevano dipoi dovuto partire. La badessa Bernarda Dotto, con selle suore, nel 1564, s’era ritirata in Venezia, in una casa nella parrocchia di san Vitale. Di là insieme tutte passarono; nel 157ìiocolle dovute licenze, a più ampia abitazione nella parrocchia de’ santi Ermago-ra e Fortunato, ivi appunto ove fu rizzata la chiesa e il convento di san Gerolamo. Ne fu loro amplissimo benefattore un Giovanni Contarmi.