ANNO 1445. 145 un’impetuosa burrasca di mare disperse a un tratto le navi dei veneziani, ed intanto i turchi poterono senza ostacolo tragittare l'Ellesponto ed inondare colle loro truppe quelle coste d’Europa. Vennero quindi alle inani coll’ esercito de’ collegati, e diedero la famosa battaglia di Varna, in cui restarono morti sul campo il re Ladislao ed il cardinale legato, e tutta l’armata cristiana vi fu disfatta così, che i turchi poterno farsi padroni delle più ricche pro-vincie, e levarsi poi a quella smisurata possanza, che rese inutile in seguito qualunque sforzo per discacciarli. Questa sconfitta avvenne nell’anno 1444 non già nel 1441, come inavvertentemente segnò l’erudito storico Vettore Sandi. CAPO II. Processo contro Jacopo Foscari, figliuolo del doge. La severissima vigilanza del consiglio dei dieci contro qualunque arbitrio della nobiltà veneziana e contro qualunque violazione delle patrie leggi, ebbe a sorprendere, nel febbraro dell’anno l/t45, il figlio stesso del doge. Era vietato rigorosamente a qual si fosse dei nobili, siccome altre volte mi venne occasione di notare, il ricevere onori o regali dagli stranieri egualmente che da private persone: la qual legge Jacopo Foscari aveva in più guise e per più volle violata, avendo ricevuto per mezzo de’ suoi famigli moltissimi doni di danari, di giojelli e di altre simili cose da parecchi signori, da comunità, da cittadini, da capitani e rettori delle città. E tanto più n’ era grave in lui il delitto, perchè, essendo figliuolo del doge, poteva far nascere il sospetto, che fossero siffatti doni il prezzo di particolare protezione, ottenuta, od implorata, o sperata dalla suprema autorità del doge suo padre. Fu persino accusato da un Michele Bevilacqua di avere accettato regali dal duca Filippo Maria Visconti, col quale sì gravemente s’era trovata vol. vi. 19