1 Uh LIBRO XXII, CAPO I. nel mestiere delle armi, clic i turchi Io nominavano Scander-Bcgh, ossia nell’ idioma nostro Alessandro il grande. Ladislao, re di Ungheria, vedendosi in grave pericolo per le scorrerie dell’esercito di Amurat, aveva stretto allenza con alcuni principi greci e transilvani, e di concerto con essi aveva portalo per rappresaglia il fuoco della guerra nel territorio turco, a fine di costringere 1’ invasore ad abbandonare 1’ Ungheria, per rientrare alla difesa dei propri stati. Ed il progetto sarebbe riuscito assai bene, se non lo avesse sturbato il principe de’ Triballi, il quale, a costo di ben grave tributo, si accomodò col sultano: altrettanto perciò dovette fare il re Ladislao, cosicché la lega, poco prima conchiusa, andò sciolta, ed Amurat, assicurato della tranquillità nell’ Europa, potè trarferirsi ad assalire i Caramani nell’ Asia. Ma nel mentre di' egli, distratto in quelle contrade, lasciava in pace 1’ Europa, i principi cristiani, persuasi della necessità di una stretta lega tra loro, per cui assicurare i propri interessi contro la ferocia di lui, sollecitarono il pontefice Eugenio IV a promuovere una crociata, il cui primario scopo fosse 1’ assistere l’imperatore Giovanni Paleologo, ultimo avanzo della cadente sovranità di Costantinopoli. Se ne incaricò il pontefice, ed interessò a concorrere nella lega Carlo VII re di Francia, ed il duca di Borgogna. Scrisse anche alla repubblica di Venezia, e la pregò ad armare dieci galere: la quale non se ne rifiutò. Per quesla guisa, le truppe da terra dei sovrani collegati ebbero importante sostegno sul mare, acciocché fossero fiancheggiale le loro operazioni. Comandante generale della flotta fu eletto Luigi Loredano. Nel mentre che la flotta veneziana velesuriava alla volta del * c? cj Levante, le truppe ungheresi, oltrepassata la Tracia, penetrarono sino al Ponto Eusino : quindi il Loredano diresse i suoi legni verso l’EUesponto, per impedirne il passaggio alle truppe di Amurat. La qual cosa lo pose in grande costernazione, perchè vedea imminente e quasi irreparabile la perdita totale de’ suoi possedimenti d’Europa. Ma la sorte delle armi cristiane riuscì infelicissima: imperciocché