anno 1471—1473. 339 trattato di pace coi veneziani, a fine di distorli dall’ assisterlo in qual si fosse maniera. I progetti del trattato, cui mandò a Leonardo Boldù governatore veneziano di Sculari nell’ Albania, consistevano,— che il sultano avrebbe condonato alla Signoria di Venezia cinquanta mille ducati, di cui erangli debitori i negozianti veneziani per diritti suoi di dogana, — che la repubblica in contraccambio gli restituisse la città di Croja, cui Giorgio Caslriotlo aveva usurpato al suo antecessore, e la repubblica aveva preso sotto la sua proiezione, — che se le cose fossero state rimesse nello stato in cui erano, il sultano avrebbe conchiuso una piena e ferma pace non solo colla Signoria di Venezia, ma con tulli altresì i principi cristiani, cosicché avrebb’ ella avuto il vanto di avere procacciato la tranquillità a tutto 1’ Occidente. Non tardò il Boldù a spedire siffatti articoli a Venezia, da cui ebbe in risposta, clic se Mahomet, olire a queste proposizioni, promettesse di restituire alla repubblica l’isola di Negroponte, la pace sarebbe tosto conchiusa. Ma siccome 1’ invialo del sultano non aveva facoltà di trattare più delle cose suindicate, perciò le conferenze si ridussero inefficaci, e i veneziani con maggior impegno che mai si diedero ad assistere colle loro forze e coi loro consigli il re di Persia. Giunta la primavera del 1473, Mahomet uscì di Costantinopoli e si avviò alla volta di Scutari. Le sue precauzioni per ben munire quella capitale furono di farne murare tutte le porte, a riserva di tre, e di stendere delle catene all’ ingresso dello stretto dei Dardanelli : poi si mise in cammino verso la Natòlia, ove stavano radunate le innumerevoli sue truppe. Il re di Persia, che aveva colà svernato, venivagli incontro con un’ armata di quattrocento mila soldati. Tra le precauzioni del sultano, una non era slata contemplata : 1’ approvvigionamento copioso delle sue truppe. Perciò non andò guari, chJ egli non si trovasse scarso di viveri. E per giunta di sciagura la peste incominciò a decimare il suo esercito. Ussum