212 LIBRO XXII, CAPO XVIII. patria per tutto il tempo della civile sua vita, sia dentro della città, presiedendo nei consigli e consessi più augusti della Repubblica, sia fuori dj essa con il risiedere in qualità di suo ambasciator nelle diverse corti dei principi dell’ Europa. Ma se indefessa fu la sua applicazione per il pubblico servigio nella sua privata figura, altrettanto più assidua ed infaticabile si rese nel sostenere la dignità di capo della Repubblica dirigendo coi savj e prudenti sui consigli le pubbliche deliberazioni in quei tempi così torbidi e pericolosi non tanto per le tante rivoluzioni interne dileguate e per le guerre esterne sostenute, quanto per le tentate insidie dei principi confinanti represse e per li moltiplici acquisti della terraferma da esso lui promossi e conseguili. Delli 34 anni della gloriosa intralciata sua reggenza, 33 ne consumò assiduo, sopraslando sempre nei pubblici consessi sino a tanto che sorpassato T anno 86 di sua età, logoro di corpo e spossato di forze, angustiato d’ animo, benché vegeto ancora di mente e di spirito, non poteva più di frequente intervenire a trattenersi, come per il passato nei diuturni consessi della Repubblica : involontaria mancanza, che servì di pretesto agli emuli suoi avversarj, per farlo deporre da quell’ eminente posto, a cui lo aveva fallo ascendere il di lui merito, ed in trista mercede delle sue virtuose operazioni riportò dal C. X. un rigoroso decreto, con cui gli fu tolta quell’ autorità acquistatasi con tante fatiche, sostenuta con tanto merito, e che per ben due volte era stata da esso medesimo spontaneamente cessa, perché amando molto più il pubblico ben, che il suo privato decoro, e conoscendo, che durante la sua reg-'genza aveva versato sempre la patria tra le guerre, le pestilenze ed i travagli, voleva dimettersi di quella, onde passandosi all’ elezione di un nuovo doge, si avessero a cambiare anche gli auspicii per la Repubblica in più sereni e tranquilli. Ma ciò che in allora gli fu negato dai Consiglieri, in questo tempo fu promosso dai capi del C. X. ; anzi dal solo Giacopo Loredan, che per eredità nudri-va antica animosità contro il doge, quale con la sua autorilà e