98 LIBRO XXI, CAPO XXIII. anno soltanto ; erano tuttavia nella certezza, che lo avrebbe continuato anche in seguito, senza nuovo stimolo o convenzione. Ma il Visconti aveva saputo spargere nell’ animo di lui, per mezzo dei suoi secreti mandatarii, 1’ amarezza di sostenere un comando generale e supremo dell’ esercito, senza avere la suprema potestà di comandare : stretto e dipendente dagli ordini dei due provveditori di campo, cui la repubblica gli aveva assegnati. Egli pertanto mandò annunzio a Venezia al senato; il di 26 novembre 1437, per far noto a quell’ augusto consesso, che, scorso un mese, sarebbesi ritirato dalla milizia, ed avrebbe preso riposo nella sua residenza di Mantova. ¡Non si volle resistere a questa risoluzione : si mandò al campo un provveditore straordinario, la cui autorità fosse limitata ad un mese, e potesse ad arbitrio cassare e provvedere a quanto avesse occorso in quel periodo di tempo. A quest’ uffizio fu destinato Pietro Loredano; gli fu aggiunto, quasi ad assistenza, il suo figliuolo Jacopo. Fu allora non lieve imbarazzo il sostituire al Gonzaga un capitano sapremo : nè si trovò di meglio, che eleggervi Erasmo (1) Gatlamelata da Narni, il quale trovavasi già nell’ armata veneziana in qualità di capitano subalterno, ed aveva dato prove di talento militare, di prudenza e di saviezza. CAPO XXI11. Se i imperatore Sigismondo concedesse ai veneziani l’ investitura delle città conquistate da loro in Italia. Non posso astenermi dal commemorare qui una notizia, appartenente all’ anno medesimo 1437, sulla quale per altro non ho veruna sicurezza da fonti più pure e pregevoli. Dicesi, che nell’agosto del detto anno l’imperatore Sigismondo concedesse alla repub- (i) L’inesatto Laugier uominollo invece Giovanni.