591 LIBRO XXIV, CAPO XXXV. * nè vi abbiamo fatti nella gioventù i noslri sludii, pure non ab-» biamo per essa minor affetto di quello, che abbiamo per la patria', * in cui siamo nati. Quinci ne venne, che appena esaltali per la » divina clemenza al seggio pontificale, abbiamo sempre avulo a » cuore di unirci colla vostra repubblica, per la sicurezza de’ no-» siri due stali e per la tranquillità dell' Italia e di tulla la cristiana » famiglia, considerando, che se la repubblica di Venezia, uno » degli siati primarii e più nobili della cristianità, fosse unita al » capo, cioè, alla santa Chiesa, sua madre, sarebbero costretti gli » altri principi a vivere in pace. Perciò presentemente, per la gra-» zia dell’Altissimo e per la mediazione del nostro caro figliuolo » Pietro cardinale Foscari, di cui conosciamo 1’affello verso di noi, » e lo zelo per la religione cristiana, e che trattando a nome vo-» stro ha dimostrato l’amore, che ntrtre per voi e per la sua patria, » abbiamo contratto lega, àlleanza ed unione con voi, con la vostra » repubblica e col sapientissimo suo senato ; della quale vi man-» diamo gli articoli concertati, desiderando di lutto cuore, eh’ essa » riesca felice e perpetua a gloria di Dio, che ce no ha ispiralo i l’idea, per lo riposo di tulli i cristiani : nel che consiste il pre-» cipuo suo scopo. Siamo certi, che l’eccellenza vostra l'approverà » c la ratificherà. Dala da Roma sotto l’anello del pescatore, addi 16 » aprile dell’anno 1489, e del nostro pontificalo l’anno IX. • Gli articoli poi di siffatta alleanza, i quali furono spedili a Venezia insieme colla lettera pontificia, stabilivano per venticinque anni una lega offensiva e difensiva dei due contraenti a sicurezza reciproca dei loro stati. Tra i protetti dalla repubblica di Venezia entrava » il conte d’Imola, con l’obbligo di mantenergli in piedi una truppa di ottocento lancie, a spese comuni. Da ambe le parti erano nominali gli amici, che dovevano godere del beneficio di cotesta alleanza. Non entravano tra i protetti dal papa nè il re di Napoli, nè il duca di Milano, nè la comunità di Firenze: vi si nominavano soltanto l’imperatore, il re di Ungheria e le repubbliche di Genova, di Siena e di Lucca,