ANNO 1454. 189 fiero di carattere, trovò motivo di disgusto anche colla repubblica di Venezia che lo aveva sostenuto e che lo aiutava tuttavia : il quale disgusto ebbe origine per lo possesso della città di Danio, situata sulle sponde del fiume Drino : i veneziani n’ erano divenuti padroni in vigore del testamento della madre del principe che la possedeva da prima ; Giorgio là pretendeva come retaggio della paterna eredità. Durò un anno, circa, guerra per tale motivo tra questo e quella : ma in fine la saviezza del senato, considerando, che tale dissidio favoriva sempre più le viste del sultano Amurat, pensò di venire ad un trattato di accordo col Castriotto : lo aggregò alla nobiltà veneziana, e pacificamente furono determinati i rispettivi loro confini (1). Reso più forte allora Giorgio per la possente allenza della repubblica, fece un’ irruzione colle sue truppe sino ad Adrianopoli : dal che provocato a ferocissima rabbia il sultano, si pose alla testa di un esercito di sessantamila uomini, entrò nell’ Epiro, e diresse il suo furore marziale sulla città capitale, la strinse di assedio, risoluto di pigliarne la più tremenda vendetta. Più di cinque anni durò questo assedio ; in cui furono senza numero i prodigi di valore operati da Giorgio sopra il feroce assalitore. Gli si scagliò addosso un dì, uscendo fuori di Croja con una squadra volante, e con sì forte impeto lo incalzò, che il decrepito sultano, sorpreso da violentissima collera, vi perde la vita nell’ anno USI. Suo figlio Maometto II. erede del trono e della crudeltà del padre, trucidò i proprii fratelli (2) per non avere nel comando rivali, e continuò ferocemente la guerra nell’ Albania contro il Castriotto: ma vi continuò in pari tempo ad annoverare le sconfitte, (i) Noterò qui alla sfuggila, che il Con-larini, il Diedo, il Vianoli ed altri storici erroneamente posticipano di quasi venti anni 1’ aggregazione di Giorgio Castriotto alla nobiltà veneziana. (i) Uno di questi, salvatosi per com- passione dei custodi del Serraglio, fuggì a Venezia, donde passò a Roma, ed ivi fu battezzato dal pontefice Calislo III ; poi passò in Austria, ed ebbe in dono pel proprio sostentamento dall' imperatore Federigo III alcuni terreni.