258 LIBRO XXII, CAPO XVIII. quelle stesse cose che possedute recano talvolta noja, se dappoi vengono opposte o negale con più di avidità si desiderano. Era perciò ancor fluttuante nel suo spirilo, quando nel giorno susseguente delli 22, all’ora indicala, comparvero nuovamente li consiglieri e capi del Consiglio per intendere cosa aveva in tale materia deliberato, ma non avendogli esso voluto intorno a ciò rispondere cosa alcuna definitiva : ma soltanto che intendeva di voler essere in piena libertà, ridottosi nello stesso giorno il C. de’ X. decretò, che il doge Francesco^ Foscari fosse deposto dal principato, e fosse tenuto infra li olio susseguenti giorni partirsi e sgombrare il pubblico palazzo, assegnandogli l’annua entrala di ducati 1500 d’ oro. Prima però di quest’ ultimo severo decreto di total escomiato dal dogado, leggesi altro di nuovo lenlalivo per la di lui rinunzia, il quale reso vano, come ¡1 primo, si divenne finalmente all’ uilimo della deliberata deposizione. Ecco il tenore delli suddetti due decreti. • MCCCCLVll. die xxii Oclobris cum addilione. » Capila ser Jacobus Lauredano, » ser Jeronimus Donato, » ser Jeronimus Barbadico. » Quemadmodum huic excellentissimo Consilio nolum est, he- • ri domini Consilia rii et capita se conlulerunt ad illustrissimuin » principem nostrum, et in execulionem parlis et deliberationis » caple in isto Consilio, explicaverunt sue excell. quantum fieri » debebat, ut persuaderetur ad sententiandum eie. Ipse aulem prin-» ceps noster inter cetera respondit, quod nollebat dicere de sic, • nec de non, quodque libertalem suam #ibi conservare volebat : • Et examinatis conditionibus et necessitaiibus regiminis et status • noslri, que ornnino ad evitanda majora et graviora inconvenien- • lia, requirunt provisionem : Faciat prò statu nostro intelligere » diffinilivam intentionem ejusdem illuslriss. principis : videlicet,