anno 1459—1462. 259 a favorire secrelamenle il partilo di Giovanni di Angiò. E lo favori, concedendo al principe di Taranto, che slava per lui, di venire negli siali della repubblica per approvvigionarsi a suo talento di armi, di soldati, di munizioni. Anche i fiorentini, il cui soccorso aveva invocalo Ferdinando, ricusarono di prestarglielo; anzi gli si dichiararono palesemente contrarii, concedendo invece al duca di Calabria, il quale agiva per la casa di Angiò, un sussidio di ottanta mila scudi all’anno finché fosse durata la guerra. Ma poscia, entrati a trattati col duca Sforza, furono astretti da questo a determinarsi almeno ad uno stato di neutralità. Al che sebbene fosse indotto il governo, non vi si lasciarono indurre i privali cittadini, i quali nella loro particolare specialità mandavano frequenti ed abbondanti sussidii di denaro al suddetto duca di Calabria. Le truppe dei due contendenti e dei loro rispettivi partigiani, nel 1460, vennero alle mani presso a Sarno. Ferdinando ebbe la peggio. La sua sconfitta gli tolse dall’ ubbidienza tutte le cillà napoletane, che si offerirono spontaneamente al vincitore. Tullavolla Ferdinando, sostenuto dal denaro del papa e del duca di Milano, potè ben presto ritornare in campo con una nuova armala. Pio li per verità avrebbe voluto distaccarglisi ; e i cardinali ve lo pressavano : ma lo Sforza lo costrinse quasi colla violenza a mantener-glisi allealo ed ajutatore. Proseguirono le cose nell’ ambiguità e nel pericolo per ben due anni, senza che mai si potessero ridurre ad una decisiva deliberazione. C A P 0 V. Trattalo commerciale tra i veneziani ed il sultano in Egitto. I veneziani tranquilli in mezzo a tante agitazioni, vennero a conchiudere nell’ anno 1U62 un trattato di amicizia e di commercio col nuovo sultano di Egitto : vi avevano fatto non pochi uffizi