anno 1482. 4(59 essere caduti in errore qne’ die ne dissero aggregala la chiesa vescovile, egualmente che P craclcese, al patriarcato di Grado ; mentre la soppressione del vescovato di Gesolo avvenne soltanto nel 14GG, quando il patriarcato di Grado non esisteva più ; cosicché non alla chiesa di Grado e poscia alla chiesa di Venezia fu aggregato, ma sino da principio lo fu a questa nostra. Or, tutte insieme le rendite di Grado, di Castello, di Eraclea e di Gesolo, erano tuttavia sì meschine, che i patriarchi di Venezia ebbero bisogno di chiedere al clero straordinari! sussidii, per sostenere il decoro della propria dignità : la qual cosa avvenne particolarmente in sul principio del secolo XVI, allorché furono abolite affatto le decime mortuarie. Egli é perciò, che nel 1509 il patriarca Antonio Contarini si vide costretto per vivere ad imporre al suo clero un sussidio caritativo, come Io nominò il dotto Scomparin (1). I possedimenti infatti dei due vescovati di Gesolo e di Eraclea consistevano in paludi, valli da pesce, barene ed altri simili luoghi ; ed egualmente riputavansi le proprietà del patriarcato gradese, tranne le offerte delle chiese, che possedeva in Venezia e delle altre chiese di Costantinopoli e del Negroponte. Ned erano migliori le rendite del vescovato di Castello, del quale la parte più importante riducevasi al così detto cattedratico : e questo dal catastico del vescovo Romperlo Polo ci é mostrato consistere nella somma complessiva di lir. 239 e sol. 12 all’ anno (2) : e questo altresì andò a poco a poco in disuso, né si ridusse in seguilo che all’ offerta di una candela di cera ; ed in fine anche questa meschinissima offerta cessò. Altre fonti si aprirono in progresso a rendere discreto e congruo il sostentamento dei patriarchi, sì per la beneficenza di pii testatori, e sì per le sagge disposizioni di qualche patriarca di doviziosa famiglia, e sì ancora per aggregazioni e incorporazioni di benefizii, e sì finalmente per provvidi assegni attribuiti loro dal senato sulle rendile ecclesiastiche. ( i) Presso il Gallicciolli, cap. XI del lib. I’, rum. 7P7, nella pag. 63 del lem. IV. (2) Ved. pag. 316 e seg. del voi. I della mia Stor. dette Ch. di Ven.