366 LIBRO XXIV, CAPO XXI. al Senato, da cui gli fu spedito con tutta sollecitudine un conside-vole rinforzo di truppe e di munizioni : ed egli, prima ancora che vi arrivasse l’armata turca, fu in t'cmpo di spargere nei sobborghi i suoi balestrieri ed una porzione de’suoi marinari, non che d’introdurre nella città abbondanti provvisioni e un grosso numero di soldati. Erano ridotte appena in buon ordine queste sue disposizioni, quando comparve dinanzi a Lepanto l'esercito di Solimano e principiò ad investirne la piazza. Il pascià musulmano piantò batterie, le'quali distrussero in pochi giorni le difese degli assediali ed abbatterono una parte del terrapieno. Quando vide aperta a sufficiente larghezza la breccia, ordinò alle sue truppe l’assalto ; ma ne furono queste rispinte vigorosamente. Ripigliò più volte l’assalto, ed ogni volta lo ripetè inutilmente : vi perdé anzi non piccol numero di soldati. Laonde, conoscendo inutile ogni suo sforzo, perché la guarnigione ricavava continui ajuti dal Loredano e si rendeva perciò sempre più coraggiosa, perdette ogni speranza di vittoria. Levò quindi l’assedio, e si distrasse a rovesciare il suo sdegno sopra alcuni altri castelli di minore considerazione, che stavano in que’ dintorni, e che smantellò dalle fondamenta. CAPO XXI.. Irruzione dei turchi nel Friuli. I bisogni della guerra avcvano*suggerito al Senato di««eleggere provveditore per 1’Albania Francesco Micheli, il quale già stava per dirigersi alla provincia destinatagli. Ma il feroce Mahoinet agognando a gloriose conquiste, e principalmente a quella dell’Italia, nell’ ottobre dello stesso anno 1477, si cimentò a farne prova. Progettò di far passare il suo esercito per la Croazia, superando i monti del Curso ; e poscia, seguendo la via degli antichi eruli, dei goti e dei longobardi, calare nelle pianure del Friuli. Infatti