iQÌ e la persona sul ferito piegala parche s’appresti ad aiutarlo ed a tentarne ancora la vita. Ma la vita ancor non risponde; l’infelice è a terra supino, senza moto, col pallor della morte, colla morte anzi nel viso; poiché qui il pittore intese forse troppo ampiamente il poeta e ne allargò la frase: quella faccia è ben altro che scolorata, non ha sotto piò favilla di vita. Alla poesia del soggetto tien dietro la perfezione dell’ arte. 11 quadro è bello in ogni sua parte sì per l’esattezza del disegno, che la bellezza delle forme, la vivacità, l’uguaglianza o intonazione del colorito. Alla figura di Vafrino non potrebbero fare riscontro che le più belle figure de’nostri grandi maestri: tale è il bello ideal di quel viso, con tant’arte sono toccati quei lineamenti, quella barba, tanta verità ha nella porpora di quel manioche lo circonda. Ingegnosissima è pure la distribuzione della luce e dei riflessi onde veramente luciccan l’armi del caduto guerriero, quella è veramente la maglia, si pon quasi la mano sotto alle piastre o sopra le saldature. Gl’intelligenti lodan pur molto l’espressione della testa del cavallo, con tulio che alquanto trovino da ridire sul color del mantel- lo, eh’è d’un bianco che tira un poco al verdognolo. Con tali pregi non era difficile, che questo