462 LIBRO XXIV, CAPO xu. francescano, sollcnlrò nel patriarcato di Grado subito dopo la rinunzia del Landò. Leonardo lo nominò 1’ Ughelli, e 1’ Orsoni ne copiò lo sbaglio : mentre da più e più documenti siamo accertati, ch’egli aveva nome Giovanni e eh’ era nativo di Mantova. L’Or-soni anzi ingrandì lo sbaglio dell’ Ughelli segnando Lorenzo Delfino sotto l'anno 1409, e Giovanni Delfino sotto il 1414 ; lo che gli accadde probabilmente perchè non ebbe o non si procurò notizia di quei documenti, che ce lo mostrano nominalo Giovanni anche nel 1410. Incontrò questo patriarca la disgrazia della repubblica, perchè aveva procuralo con modi indiretti di essere trasferito al patriarcato di Aquileja. Perciò nel 1424 un decreto del consiglio dei X lo condannò a tre anni di relegazione in Padova, e ne raccomandò le rendite agli officiali delle Ra- QJ gioni nuove, con obbligo di darne un terzo al patriarca cd impiegarne gli altri due terzi in rislauri della chiesa metropolitana di Grado ed in paga al vicario generale. Tuttavolta, ■ per le molle istanze, che fece al doge e alla signoria, ottenne, in capo ad alcuni giorni, che gli fosse commutata la pena in una semplice reclusione nel monastero di santa Giustina di Padova. Nel 1427, non avendo per anco terminata la sua pena, fu trasferito al patriarcato di Gerusalemme. Ed allora nell’ anno 1427, Biasio Molino, eh’ era stalo vescovo di Pola e eh’ era arcivescovo di Zara, fu eletto a succedergli su questa sede patriarcale.