ANNO 1438. 119 Per questi prosperi avvenimenti poterono il Gattamelata e lo Sforza congiungersi in un solo corpo di armata, e dar la caccia al Piccinino, e scacciarlo dal territorio veronese, e ricuperare Lonigo ed altre terre, e costringerlo a concentrare il suo campo sotto le mura di Brescia. CAPO XXVIII. Particolari circostanze dell’ assedio di Brescia. Durava tuttavia da lungo tempo 1’ assedio di questa città, ed all’assedio aggiungevasi, a maggiore flagello dei cittadini, altresì una contagiosa malattia, ovvero, siccome altri dissero, la pestilenza. E non di meno i bresciani, rimanevano fedeli alla repubblica e ricusavano di cedere. Risolse il Piccinino di darle al fine 1’ assalto. Lo incominciò poco dopo il mezzogiorno del dì 13 dicembre 14d8, c le continuò sino al declinare del dì seguente. Del quale avvenimento giova conoscere le minute circostanze dalla lettera che fu critta in quella occasione da Brescia a Marco Foscari, fratello del ,ioge. Preferisco di narrarla colle parole stesse della medesima, perchè so, essere di somma autorità la storia quand’ è appoggiata a documenti; massime poi a documenti contemporanei (1). « Magnifìce et generose Domine. In son certo, che avrete sen- I» tito per molti venuti de’nostri, i grandissimi affanni e i manifesti * pericoli. Ma per grazia dell’ Altissimo Iddio e per la fedeltà di » questa magnifica città, le cose sono ridotte a buoni e lodevoli ter- • mini. Perchè, come dovete sapere, partitesi le nostre genti di * qui subitamente senza alcun contrario, Nicolò Piccinino con * tutte le genti duchesche da Milano da piè e da cavallo, cernide * e guastatori, venne con grandissima moltitudine e con gran fu- * ria e con fanti 500 forestieri senz’ alcuna difficoltà e senza con- (i) Veti, il Sanudo, nella vila del «loge Francesco t oscari.