anno 147.5. 353 i legni, eh' erano stati armati in Venezia, in Dalmazia, ed in Can-dia. Egli ricevè colà le ultime istruzioni dal senato, colle quali eragli imposto di astenersi da qualunque ostilità, finché il sultano avesse osservalo la tregua; ma che, se questi la violasse, agisse anch’egli con pienezza di poteri in tuttociò, che avesse riputato vantaggioso al pubblico bene. L'armistizio fu delicatamente osservato dall’ una parte e dall’ altra, e pareva veramente, che la tranquillità vi si fosse ristabilita. CAPO XIV. Morte del capitano generale dell’ esercito di terra, Bartolomeo Colleoni. Poco prima della morte del doge Mocenigo, era morto, addì 3 novembre dello stesso anno 1474, il rinomatissimo capitano generale dell’ esercito veneziano Bartolomeo Colleoni, da Bergamo, in età di anni 75, lasciando due figliuole naturali. Egli, sino dalla sua prima gioventù, s' era dato alla milizia sulle traccie di quei soldati di avventura, i quali fecero tanto rumore nel secolo XV. Nato suddito dei duchi di Milano, era poi divenuto suddito della repubblica di Venezia, col passare della sua patria, per la forza delle armi, da quella a questa sovranità. Ne’ primordii della sua carriera militare, servì e tradì successivamente amendue, collo scopo di avanzare più rapidamente negli onori e nei gradi della milizia. I suoi talenti per la guerra, e il bisogno, che avevano dei suoi servigi, costrinse entrambi queste potenze a rapirselo vicendevolmente. I veneziani furono gli ultimi suoi padroni ; furono quelli, che lo esaltarono di più; a loro perciò conservossi fedele sino alla morte. Di lui e delle sue disposizioni testamentarie, tanto proficue allo stato, così scriveva lo storico Contarmi : « Era precorsa alla » morte del doge Mocenigo, non meno memoranda quella del no-» bilissimo Bartholomco da Bergamo; quale non havcndo posterità, vol. vi. 45