196 LIRR0 XXII, CAPO XVI. » leveranno da qui avanti e nelle cose che possiede al dì d’ oggi • e quelle, che possederà per 1’ avvenire la detta illustrissima Si-» gnoria di Venezia. » Primo, che niuno de’ sudditi e degli uomini, che sono miei » sudditi e che si sottomettessero alla mia Signoria, faccia alcun » danno, nè che metta nè pure in animo nè consenta, che si faccia » alcun danno ovvero impaccio per comandamento e volontà della » mia Signoria, nè debba dare impaccio al comune di Venezia. E » se per questo venisse alcuna notizia o richiamo alla mia Signoria, » io debba castigare condecentemente, secondo il suo delitto per » esempio d’ altri, che si guardino da fare alcun danno o molestia » all’ illustrissima Signoria di Venezia e nuocere a coloro, che » saranno stati principio del male polendo castigarli e correggerli. • Similmente debba fare l’illustrissima Signoria di Venezia verso » la mia Signoria e verso tutti i miei luoghi. Item, se per alcuna » cagione si trovassero uomini, i quali avessero fatto tradimento o » trattato Contro l’illustrissima Signoria di Venezia, per tradire » città, terre, castelli, casali, isole, ovvero alcun altro luogo alla » mia Signoria, ovvero ad alcun uomo della mia Signoria, debba » comandare la mia Signoria, che restituiscano indietro, e le cose » che fossero state tolte dal dì d’ oggi debba comandare che si » rendano salve e con integrità all’ illustrissima Signoria di Vene- • zia. Item, se alcun mio suddito scappasse per furto o trattato, e » togliesse roba de’ Mussulmani, e fuggisse in alcun luogo de’ ve-» neziani e si trovasse, delibasi restituire la roba insieme coll’uo-» mo. Similmente la mia Signoria debba fare verso l’illustrissima » Signoria di Venezia. Tutti i mercatanti e sudditi dell’illustrissima » Signoria colle loro robe e con ciò che avranno, co’ navili, navi, » fuste grandi e piccole, abbiano libertà d’ entrare e d’ uscire, di » vendere e di comperare per tutti i luoghi della mia Signoria e » quante volte vorranno e per tali luoghi degli uomini nostri sud-» diti e sottoposti alla mia Signoria, come era consueto prima, » nella prima e buona pace', e sieno salvi in mare e in terra, come