136 velia, fosti il Trisraegisto dei mazzetti e de’fiori e con essi mettesti a taglia, « volontario o involontario tributo, ti festi vassalli gli ucchielli e le bottoniere degli uomini. Teresa sola potè, An-tenor potuti, conoscerne l’uso galante a cui po-teano esser volti. Essi furono come il tocco del genio, e Teresa in un momento d’ ispirazione gridava a sè stessa: inveni, invenij attacchiamovi i fiori. E come disse, cos'i fece, e per tutta la vita fida e costante si tenne alla sua vocazione. Imperciocché chi non ebbe suoi fiori, chi lasciò ella andarne sciolto od indenne? Per lei non era distinzione nè di età nè di grado, come la giustizia era eguale, inevitabil, giungeva per tutti : avea fiori pei superbi e ricchi Louviers, ne a-vea per le modeste e oscure Folline: infiorava così l’abito dello istecchito e inamidato galante, di cui aveva conosciuto in fasce ambo i parenti, come l’abito incipriato ed antico delle vecchie parrucche, cui aveva cinquanta volte forse attaccato il solenne botloncin del dì di s. Marco. Aveva avventori di tutti i dì, ne avea di tutte le feste soltanto, avventori abbonati, avventori av-ventizii. La fretta, il rifiuto, il mal garbo delle persone non l’arrestavano, non la scoraggivan nell’ opera. Ella andava loro incontro, ne attraversava il cammino, le chiamava da lunge per nome, ne affrontava le ire, il corruccio, alzava