ANNO 1431. 11 » preso il capitano de’ genovesi messer Francesco Spinola con » altri otto sopracomiti di galere, e le altre si misero in fuga, e » andarono a Portofino e una scampò a Genova e una andò in » mare colla nave. La quale armata de’ genovesi era di galere 20 » e d’una galeotta colla nave grossa di botti 1200 con uomini 400, » e furono feriti e morti de’ nemici una grande quantità, e assai » s’annegarono, gittandosi all’ acqua, perché essendo a terra cre-» devano di scampare. E de’ nostri sono stati feriti e morti pochi. » E sempre sia ringraziato Iddio c messere san Marco di tanta » vittoria, quanta egli ne ha conceduto per nome della vostra illu-» strissima signoria. » Pietro Loredano, dopo questa vittoria, si ridusse al porto di Pisa per attendere a racconciare alquanto le galere dai danni, che avevano sofferto nel combattimento e per provvedersi di viveri. E quando fu in pronto, si avvicinò di bel nuovo alla costa di Genova per secondare le mosse del marchese del Monferrato : ma le truppe di questo furono battute dal Piccinino, il quale di posto in posto le incalzò, senza mai lasciar loro tregua; finché il marchese, sconfitto e vinto, venne a cercarsi asilo in Venezia, abbandonando i suoi stati in balia del nemico. Perciò il Loredano contentossi di far crociera nei mari della Toscana e di predare le navi genovesi mercantili, che gli venivano alle mani. Verso il declinare dell’ estate si diresse a Civitavecchia, cui sottomise all’ obbedienza del papa Eugenio. E mentre si trovava colà ebbe ordine di recarsi a Corfù a ricevere i rinforzi, che il senato gli destinava, perchè quinci poi ritornasse a tentar nuove imprese sulla costiera di Genova. CAPO IV. Irruzione degli ungheresi nel Friuli. La stizza del patriarca di Aquileja contro la repubblica di Venezia, divenuta padrona del Friuli, non era per anco spenta. Le