480 Mimo xxii, capo xu. argine alla loro grandezza—clic le forze marillimedci sultani erano tuttora deboli, cosicché la flotta veneziana le poteva facilmente annientare; ma che se le si fossero lasciate ingrandire coll’acquisto di nuovi stati e col dominio di parecchi porti e di mollissime città maritiime, non avrebbesi più potuto riputar sicuro alcun mare, non più sarebbe rimasto tranquillo qual si fosse commercio, non più sarebbe stala rispettata la vita, non più le sostanze dei cittadini e dei sudditi. D’ altronde, nella terraferma d’Italia contrastavasi il suolo palmo a palmo ; qualunque piccolo ingrandimento suscitava l’invidia e la gelosia dei potentati confinanti; nè valeva a frenarla il diritto di acquisto a prezzo di lunghissime profusioni del pubblico erario; laddove in Oriente restava libero il campo ed aperto ad acquisti grandissimi, utilissimi a cristiani, perchè strappati dalle mani dei barbari, c non invidiati, perchè esistenti in paesi lontani ; — che la terraferma d’Italia sarebbe una gloriosa conquista bensì, ma a cui non vi si potrebbe giungere se non col sacrificio e colla profusione dei ricchi tesori e delle vaiide forze derivate dal mare, inesausta sorgente delle nazionali dovizie, dell’ agiatezza dei cittadini, dell’esperienza nell’arte nautica, del valore degli eserciti, della rinomanza e della gloria del nome veneziano; — che non era diffidi cosa, coll’acquisto di nuove provincie e di nuovi territori!, il dettar legge con forze più poderose a tutta l’Italia; ma che l’anelare al possesso di poche città in Italia, lasciando intanto cadere nelle mani degl’ infedeli le ricche spoglie dell’ Oriente, sarebbe stata un’ impresa contraria all’utilità nazionale, ripugnante al decoro del nome veneziano, indegna delle antiche massime dei sapientissimi antenati. All’ evidenza di queste considerazioni, altri dei senatori, affezionati alla lerraferma d’ Italia, opponevano, non doversi trascurare le opportune occasioni di dilatare Io stato, coll’ acquisto di città vicine al centro della repubblica ; — essere stata questa una massima conosciuta ed adottata dai maggiori, che si applicarono perciò all’ oppressione e alla distruzione degli Scaligeri e dei Carraresi ; — esserne esibita dalla fortuna evidentemente 1’ opportunità, la