9° 3.° Il galantuomo clie professa le leggi, è un galantuomo il quale, a cagion forse di questa stessa sua mala sorte, ha pure grand’uopo di sapere come uno si governi in fatto di con-travvenzion di finanza, e u’ha tanto d’uopo, che stima di nessuna utilità la Gazzetta, che non gliene diede le norme; di che si vede che, in grazia forse della grande avversione ch’egli ha per le leggi, ei potrebbe professar anche altra cosa. 4-° E com’ei non ama le leggi, non ama nè meno idiscorsi intorno alla luna: egli non è per la luna, non ama la luna, non vorrebbe che se ne parlasse, se ne leggesse; ned egli è il solo avversario di lei: tutti i cani abbaiano alla luna. Oltre alle quali conseguenze ben altre molte ne dedurranno i lettori sulla sapienza e la cortesia di questo galantuomo, che scrive con sì buona logica e sì bella grammatica, e cerca nelle gazzette solo le leggi e i regolamenti. In vero il galantuomo somiglia assai alle galaliti donne di Madonna Filippa, notissima farsa, le quali credevano che il mondo fosse popolato da una specie soltanto, quella de’pappagalli; ed e-gli appunto non vede altro nel mondo che la sua riverita e degna persona, e crede che la Gazzetta debba esser fatta unicamente per lui, pei suoi servigi e bisogni, e tutte le altre persone,