8G LIBRO XXI, CAPO XVI. Allora fu, che il Visconti maneggiò la sollevazione di Bologna, che i bolognesi imprigionarono 1’ ambasciatore veneziano Paolo Tron, che i veneziani, coll’ imprigionare i bolognesi dimoranti in Venezia e col sequestrarne gli «veri, li costrinsero a restituirgli la libertà. Ma la repubblica non fu contenta di averne ottenuto la liberazione : volle inoltre punire con le armi l’insulto fattole contro il diritto delle genti, di aver posto la mani addosso ad un suo inviato. Si collegò quindi col papa e colla comunità di Firenze, e pose insieme^un’ armata, il cui supremo comando fu affidato a Nicola di Tolentino, cui abbiamo veduto negli anni addietro stipendiato al servizio del Visconti. Quest’ armata si pose in marcia ad incontrare le truppe del Piccinino, le quali, per ordine di Fiiippo, erano calate intanto a proteggere la sollevazione dei bolognesi. S’incontrarono i due capitani poco lungi da Imola, il dì 28 agosto ih SU : vennero alle mani : ma la superiorità del valore dej Piccinino fece decidere la sorte di quella giornata. L’ esercito confederato fu messo in rotta : il comandante ne rimase prigioniero. Quindi, assicurato il dominio del territorio bolognese e presidiatine i primarii luoghi, il Piccinino condusse a Milano lo sciagurato • prigioniero ; il quale, non avendo voluto piegarsi nè per minacele né per promesse, a riassumere il servizio sotto le bandiere del Visconti, fu condannalo da questo principe all’ estremo supplizio. La notizia della totale disfatta dell’ esercito confederato valse in Firenze a far riaccendere le animosità dei partiti : e sì ferocemente, che stava già per ¡scoppiare una strage cittadinesca. Ma la presenza di Eugenio tranquillizzò gli animi : egli stesso propose anzi il modo di ima piena riconciliazione, ed ottenne persino, che la proscritta famiglia de’ Medici fosse richiamata in patria. Operò anche di più. Indusse lo Sforza ad assumere il supremo comando dell’esercito della lega ed a venire sul bolognese, ove ottenne alquanti vantaggi. E ne avrebbe ottenuto di più, se non vi fosse accorso Nicolò Piccinino con poderose forze ad arrestarne il progresso.