anno 1454—1456. 209 senato, che ne aveva conosciuto vivente la santità, innalzò calde istanze al pontefice romano, acciocché ne fosse questa rimunerata coll’ onore degli altari, ed incominciò sino d’ allora ad invocarlo per suo celeste protettore : e come tale sino al giorno d’ oggi lo # conosce e lo venera la nostra città e la nostra chiesa. Gli scrittigli questo santo e dotto pastore stanno al pari degli altri de’ santi Padri e dei sacri Dottori, ed attestano la sua sublime pietà e il suo profondo sapere. Essi consistono in trentotto sermoni sulle primarie solennità del Signore e dei santi; in vari trattati ascetici, sulla perfezione cristiana ; sulla vita solitaria, diviso in di-ciotto capitoli ; sul disprezzo del mondo, in capitoli ventuno ; sulla morte spirituale dell’ anima e sulla risurrezione di essa ; sulla reggenza deJ prelati, distinto in ventidue capi ; sull’ obbedienza, in ventotto capitoli ; sulla umiltà, in capitoli ventiquattro ; sui gradi della perfezione, in quindici capi ; sull’ incendio dell’ amore divino, in ventiquattro capi. Ed altri sei ne scrisse, alquanto più estesi, il primo dei quali è intitolato Legno di vita, e comprende i trattati sul timore di Dio, sulla fede, sulla continenza, sulla prudenza, sulla giustizia, sulla carità, sulla pazienza, sull’obbedienza, sulla speranza, sulla perseveranza, sul dono della povertà, sulla sobrietà, sul-1’ umiltà, sull’ orazione ; il secondo versa intorno alla disciplina ed alla perfezione della convivenza monastica ; il terzo è sul Casto connubio del Verbo e dell’Anima; il quarto ha il titolo di Fascetto dell’amore; il quinto si occupa della Trionfatrice lotta di Cristo; il sesto discorre dell’ Interiore conflitto. CAPO XVIII. Deposizione del doge Francesco Foscari. Un avvenimento, che in cento guise fu narrato dagli storici e nazionali e stranieri, che diede occasione a mille censure contro la condotta del governo veneziano, che riuscì fecondo di osservazioni vol. vi. 27