ANNO 1477. 365 Ma di gravi turbolenze nello stato milanese riuscì feconda la morte del duca Galeazzo Sforza. Il successore Giovan-Galeazzo, suo figliuolo primogenito, era nella minorità. I ribelli di Genova colsero occasione dalla circostanza per sollevare il popolo ; e sì, che non lievi molestie ne derivarono alla reggenza di Milano. Poi la gelosia di dominare suscitatasi tra gli zii del giovine duca, fratelli del defunto Galeazzo, cagionò domestiche dissensioni, le quali non finirono se non quando furono essi spogliati di ogni amministrazione e costretti ad allontanarsi da Milano. CAPO XX. / turchi assediano Lepanto. • La repubblica di Venezia non prese parte in tutti questi avvenimenti del ducato milanese; se ne stava bensì alla vedetta per essere pronta all’ uopo a prevenire le conseguenze, che ne avessero potuto influire ad inquietudine o a danno dei proprii stati. D’altronde la guerra contro i turchi la teneva troppo occupata in Levante. Era ormai comincialo l’anno 1477. TSel consiglio di guerra, che avea tenuto Mahomet II, era stalo deliberato, che si portasse l’esercito ad assediare la città di Lepanto, e che Solimano, pascià della Romania, ne dirìgesse il piano alia testa di quaranta mila uomini. Era questa città una delle primarie piazze della Livadia, ceduta ai veneziani, unitamente a Patrasso, nella decadenza dell’impero dei greci. L’ avevano i suoi nuovi dominatori abbellita e fortificata, ed era generalmente riputata siccome il più forte baluardo, che avessero i popoli cristiani in coteste parti. Antonio Loredan, comandante generale della flotta veneziana, toslochè seppe il piano di battaglia, progettato dal gran-Signore, diresse prontamente verso quella volta trentadue galere ed inoltrossi nel golfo, che dal nome appunto della città si chiama golfo di Lepanto. Ne spedì subito l’annunzio in pari tempo