208 LIBRO XXII, CAPO XVII. parole : Salve ornamento e splendore deli ordine episcopale. Nè in mezzo a sì alti onori venne meno la sua esimia umiltà : anzi quanto più veniva onorato, tanto più se ne riputava indegno, e ne riferiva tutto il merito all’ eccellenza della dignità, che sosteneva. Ai giorni di lui, ed in vista fuor di dubbio delle virtù di lui, fu decorata di nuovo lustro la sede pastorale della nostra città, nell’anno 1451. La povertà delle rendite sì del vescovato castellano e sì del patriarcato gradese ne persuadeva certamente il progetto ; ma i meriti di Lorenzo ne affrettò l’esecuzione. I patriarchi di Grado, oltreché provveduti di meschinissima mensa, già da qualche secolo avevano abbandonato il loro soggiorno dell’ isola di loro residenza, e dimoravano stabilmente in Venezia, presso la chiesa di san Silvestro, eh’ era di loro proprietà e che loro teneva quasi il luogo di cattedrale. Non di rado insorgevano altresì controversie e discordie tra di essi e i vescovi castellani, a cagione di giurisdizione su alcune chiese e parrocchie della città, appartenenti al patriarcato ed indipendenti dal vescovo. Tutto in somma consigliava il compimento di ciò che avvenne in quest' anno : il decoro stesso della città dominante, sede e capitale della gloriosa repubblica, lo esigeva. Nicolò V, pontefice succeduto ad Eugenio IV, con sua bolla apostolica del dì 8 ottobre di detto anno, soppresse affatto il patriarcato gradese e il vescovato castellano ; ne unì i beni, le giurisdizioni, i privilegi, le prerogative, le obbligazioni ; ne formò quindi una sola diocesi patriarcale metropolitana, a cui fossero soggette le chiese suffraganee di Torcello, di Caorle, di Chioggia, di Equilio, ossia Gesolo ; e, perciocché in quell’ anno stesso era morto T ultimo patriarca di Grado, Domenico VI Michel, istituì canonicamente patriarca di Venezia il vescovo Lorenzo Giustiniano. Quattro anni e tre mesi possedette il conferitogli onore : morì il giorno 8 gennaro 1456, pianto da tutti gli ordini dei cittadini, onorato da ogni classe di persone siccome un santo, glorificato da Dio con inaravigliosi porlenti. Sino d’ allora la Signoria ed il