MBRO xxr, CAPO xxtr. CAPO XXIV. Arrivo deli imperatore greco e del patriarca e dei vescovi di quella nazione in Venezia, per recarsi poscia al concilio di Ferrara. Le gravissime vertenze del conciliabolo di Basilea continuavano intanto ; ed il pontefice Eugenio IV progettava di contrapporre ad esso un sinodo ecumenico in una città d’Italia, ove con tranquillità e con sicurezza trattare le controversie, che ne formavano il soggetto. Uno scopo rilevantissimo eli' egli proponevasi in questa convocazione, era altresì la tanto desiderata unione della chiesa greca colla latina. Egli ne aveva fatto invito all’ imperatore ed al patriarca di Costantinopoli ; a cui anche i vescovi radunati in Basilea, colla speranza di guadagnare al loro partito quella nazione, avevano fatto altrettanto. Anzi avevano inoltre spedito alla loro volta alcune galere, perchè si trasferissero a quella assemblea. Ma il papa Eugenio, prevedendo il male, che ne sarebbe potuto derivare dall’ adesione degli orientali alla basileese assemblea, aveva interessato la repubblica di Venezia acciocché co'suoi legni cooperasse a questa importante spedizione. Nè se ne rifiutò quel governo religiosissimo: se ’1 riputò anzi a sommo onore, e ne diede con tutta sollecitudine gli ordini relativi. Ordinò, che le galere veneziane, eh’ erano alla Tana, e quelle di Trebisonda, si riducessero per tal fine a Costantinopoli, ed ivi attendessero quegl’illustri personaggi. I quali, malgrado le pressanti istanze e le importune esibizioni dei padri di Basilea, preferirono alle galere di questi le navi apprestate dai veneziani. Tostochè in Venezia se n’ebbe notizia ; e la notizia vi giunse il 3 dicembre 4 U37, per mezzo di una nave anconitana ; il senato decretò di trattare a pubbliche spese gli augusti ospiti, durante il loro soggiorno nella capitale. Ed a" 23 dello stesso mese incominciarono a giungere in Venezia alcuni greci della famiglia imperiale.