Anno 1432. ^9 » di san Marco (1). » Vorrei sapere dove o da chi abbia appreso il Cibrario cotesla, per noi nuovissima, notizia, che il Consiglio dei Dieci volesse, che tali processi fossei-o dati alle fiamme. Si conservavano anzi diligentemente in apposite filze, ciascuna delle quali corrispondeva al numero del registro, su cui n’erano notate le sentenze ; ed è falso, falsissimo, che de’ molti che se ne fecero nep-pur uno se ne conservi. Si conservano infatti sino al giorno d’ oggi tutti quelli, che dopo l’ultimo incendio del palazzo ducale nel secolo decimosesto ebbero la sorte di andar salvi da quelle Camme. E sebbene le carte di quel processo siano forse (°2) rimaste preda del-1’ uno o dell’ altro dei due incendii di quel secolo ; tuttavolta ail uno scrittore onorato e leale devono valere più che le carte dcl-Í inquisizione, che allora ne fu fatta, le deliberazioni scrupolosissime, che ne furono conseguenza: deliberazioni, non già pronunziate dall’ arbitrio o dal capriccio di un solo uomo, ma pesate e diligentemente consultate da trentasetle giudici ; sulla cui maggioranza di oltre a due terzi di voti furono pronunziate. E in questo senso può dirsi, non avere punto errato * chi disse alla signora Michiel » d’ aver veduto il processo del Carmagnola (3). » (i) Noterò qui alla sfuggita, che 1’ archivio secreto della Cancelleria ducale non ebbe mai il nome di archivio di san Marco-. con siffatto nome inlendevasi l’archivio della basilica ducale. È questo uno dei tanti sbagli di storia veneziana commessi dal dotto storico torinese. 11 quale inoltre sbagliò persino nella indicazione del registro del Consiglio dei Dieci, da cui trasse a rovescio tutto il fondamento del suo giudizio. Sbaglio veramente ridicolo ! Sappiasi infatti, che ciascuno dei registri di quel consesso ha notato doppiamente sulla schiena »1 suo titolo. Quello, di cui si valse il Sibra-n"i eh’è 1’undecimo de’ Misti dall’anno i^30 al 1437, lo ha segnato cosi: t'on-s>3- de' X. Misto ¡X.° n, Serue dal i43o VOL. VI. fino 1437. Il dotto scrittore torinese, credendo invece, che quella parola Serue fosse un secondo titolo del registro, ed avendo letto Serne, anzi che Serve, lo indico eon tutla solennità in questo modo (nella pag. 53 ) : Registro fì.° II Misto. Serne, i43o-37. Tant’ è: cotesti signori letterali forestieri non sanno nemmeno leggere 1 cartoni dei libri del nostro Archivio, e pretendono poi di poter pronunziare giudizi« e censure sulle azioni degli avi nostri. (a) Dico forse, perchè potrebbero esistere confuse Ira gli scafali, ove sono parecchie altre carte non per anco messe 1« ordine. (3) Sono parole del Cibrario, luog. cit., pag. 45. 7