ANNO ikki. 139 il milanese generale Nicolò Piccinino andò ad assaltare Ravenna in nome del Visconti, la repubblica di Venezia mandovvi le sue truppe a difenderla. Ma il polentano Ostasio, atterrito all’ aspetto delle milanesi milizie, implorò la protezione del Visconti, con patto secreto di scacciare da Ravenna i veneziani e di riputarli suoi nemici. Perciò aveva fatto cancellare da per tutto lo stemma di san Marco, e disponeva ogni cosa per mantenere la promessa sua con Filippo. Se non che, riavutosi poco dopo da quel primo spavento, riputò miglior consiglio il secondare le paterne ammonizioni e tenersi stretto alla veneziana repubblica. Fece quindi rimettere ovunque era stato tolto il leone di san Marco ed incominciò a mostrare migliori sentimenti verso i veneziani. Ma per poco : imperciocché non andò guari, che ritornò dalla parte del Visconti : la qual cosa suscitò l’ira e lo sdegno di tutta la nobiltà ravennate. E sì, che fu spedito ambasciatore a Venezia Francesco Monaldini, la cui legazione fruttò alla città un diploma ducale, che la esentava per un decennio da qual si fosse tributo. In queste alternative erano scorsi intanto quattro anni ; ma vedendo alfine i cittadini, che il frutto di tante ambiguità riducevasi al peggior danno della loro patria, esposta ad ogni tratto alle molestie, che le recavano le armi del Visconti ; si persuasero, essere loro sommamente pregiudizievole l’abbandonare l’alleanza dei veneziani, e perciò di comune accordo deliberarono di mandare un ambasciatore a Venezia, per consegnare spontaneamente la loro città alla repubblica. La repubblica allora mandò milizie a presidiare la città ed a tenervi la quiete, che il da Polenta le aveva involata. Questi s’inasprì ancor peggio, e macchinò secrete insidie contro ¡veneziani: ma furono ben presto scoperte e fatte palesi alla Signoria. Fu preso allora il partito di mandare a Ravenna, in qualità di ambasciatore ad Ostasio, e munito altresì di sommi poteri, Antonio Marcello, acciocché procurasse di conciliare gli animi e di ridurre i dissidenti ravennati all’ obbedienza e all’ amicizia del loro signore e della casa dei da Polenta. Vi durò grande fatica il Marcello ; ma